Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha avviato oggi le negoziazioni su una risoluzione proposta dagli Stati Uniti riguardante la situazione nella Striscia di Gaza. Il testo, redatto sotto l’amministrazione del presidente Donald Trump, mira a sostenere un piano di pace per la regione, prevedendo un mandato biennale per un organismo di governance transitoria e una forza internazionale di stabilizzazione.
Risoluzione ONU per Gaza: il piano di pace e il sostegno regionale
Secondo quanto riferito da un alto funzionario del governo americano, il progetto di risoluzione è stato formalmente distribuito ai 15 membri del Consiglio e gode del sostegno di diversi Paesi della regione, tra cui Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Il funzionario ha sottolineato che, pur aspettandosi contributi da parte di Russia e Cina, si confida di poter avanzare rapidamente, auspicando che nessuno dei membri ostacoli il piano di pace, definito “il più promettente di una generazione”.
La negoziazione si svolge in un contesto di forte tensione, con la Striscia di Gaza, area densamente popolata e sotto blocco, da anni teatro di conflitti e crisi umanitarie. La città di Gaza, con quasi 600mila abitanti, è l’area più popolosa della Palestina e vive sotto un regime di controllo che, secondo le Nazioni Unite, qualifica Israele come “potenza occupante” nonostante le contestazioni di Tel Aviv.
Il contesto geopolitico e legale
I territori occupati da Israele comprendono la Cisgiordania, Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza, e le Alture del Golan. L’occupazione militare, iniziata nel 1967 con la guerra dei Sei Giorni, è regolata dal diritto internazionale, che impone obblighi specifici alla potenza occupante, incluso il mantenimento dello status quo fino a un accordo di pace. Israele contesta la definizione di “territori occupati”, preferendo il termine “territori contesi” per la Cisgiordania, mentre afferma di non occupare più direttamente Gaza dal 2005, pur mantenendo il controllo dello spazio aereo e marittimo.
Questo quadro complesso rende particolarmente delicata la negoziazione in corso al Consiglio di Sicurezza Onu, dove il piano di pace degli Stati Uniti tenta di trovare un equilibrio tra le richieste internazionali e le dinamiche regionali. A Washington si confida in una rapida approvazione della risoluzione, vista come un passo cruciale per la stabilizzazione di una delle aree più instabili al mondo.






