New York, 24 giugno 2025 – La recente escalation del conflitto tra Israele e Iran sta avendo gravi ripercussioni sul popolo dell’Afghanistan, come evidenziato durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York. L’Iran, che ospita oltre tre milioni di rifugiati afghani, è teatro di un conflitto che aggrava drasticamente le condizioni di vita in Afghanistan, paese già segnato da povertà, violenza e crisi ecologica.
Impatto della crisi Israele-Iran sull’Afghanistan
Secondo quanto dichiarato da Joyce Msuya, Assistente del Segretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, metà della popolazione afghana dipende dagli aiuti umanitari. Un abitante dell’Afghanistan su cinque soffre la fame, mentre circa 3,5 milioni di bambini sono gravemente malnutriti. La guerra tra Iran e Israele ha influito pesantemente sulla vita quotidiana degli afghani: i prezzi sono saliti vertiginosamente e gli scambi commerciali si sono rallentati, accentuando la precarietà economica.
A ciò si aggiunge una crisi ecologica allarmante, con il rischio concreto che Kabul diventi la prima città al mondo a esaurire le proprie riserve idriche. La falda freatica della capitale si è abbassata di 30 metri negli ultimi dieci anni, situazione che aggrava ulteriormente la crisi umanitaria e ambientale.
Diminuzione degli aiuti e conseguenze sanitarie
La situazione umanitaria in Afghanistan è ulteriormente compromessa dal drastico calo dei finanziamenti internazionali. Negli ultimi mesi, 420 strutture sanitarie sono state costrette a chiudere, privando circa tre milioni di persone dell’accesso alle cure mediche essenziali. Inoltre, quasi 300 centri nutrizionali hanno cessato le attività, mentre il livello dei bisogni supera di gran lunga le risorse disponibili.
Il programma di sminamento, fondamentale in un paese ancora infestato da mine e residuati bellici, rischia di interrompere le sue operazioni già a luglio a causa della mancanza di fondi. L’Onu ha segnalato che mine e ordigni inesplosi hanno causato centinaia di vittime nel 2025, soprattutto tra i bambini.
Intanto, la missione politica delle Nazioni Unite sul campo (Unama) continua a lavorare per mantenere aperti i canali di dialogo con l’autorità de facto afghana, chiedendo la revoca delle misure più restrittive per facilitare l’accesso agli aiuti umanitari.






