New York, 18 settembre 2025 – Domani il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) sarà chiamato a votare sulla possibile reintroduzione delle sanzioni all’Iran riguardanti il suo controverso programma nucleare. La decisione arriva dopo la denuncia da parte di Gran Bretagna, Francia e Germania, firmatarie dell’accordo Jcpoa del 2015, che accusano Teheran di aver violato gli impegni sottoscritti nel trattato.
Il voto del Consiglio di Sicurezza e le tensioni diplomatiche
Il documento presentato dai tre paesi europei accusa l’Iran di non aver rispettato le condizioni previste dall’intesa del 2015, da cui gli USA si sono ritirati nel 2018. L’iniziativa ha provocato una forte reazione diplomatica: la Russia ha invitato l’E3 a rinunciare alla reintroduzione delle sanzioni, definendo il tentativo un rischio di “un’altra tragedia” e sottolineando come tale mossa possa compromettere i negoziati in corso sul dossier nucleare. Parallelamente, anche la Cina ha espresso critiche verso la procedura di snapback, definendola “non costruttiva” e potenzialmente dannosa per il dialogo politico.
L’Iran ha risposto promettendo una reazione “appropriata” qualora le nuove sanzioni venissero effettivamente imposte. Intanto, l’Alto rappresentante dell’Unione europea Kaja Kallas ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione diplomatica entro i prossimi 30 giorni, evidenziando le preoccupazioni dell’Ue sia sul programma nucleare che su quello missilistico di Teheran.
Il contesto internazionale e il ruolo dell’ONU
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, organismo chiave per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, è composto da 15 membri, tra cui cinque permanenti con diritto di veto. La decisione sulle sanzioni all’Iran potrebbe avere ripercussioni profonde sugli equilibri geopolitici, soprattutto considerando il ruolo cruciale dell’Iran in Medio Oriente e le tensioni con USA, Russia e paesi europei. L’Onu, fondata nel 1945 per prevenire conflitti e promuovere il rispetto dei diritti umani, si trova nuovamente al centro di una delicata sfida diplomatica.
Le sanzioni, revocate nel 2016 in seguito all’accordo Jcpoa, miravano a impedire a Teheran di sviluppare armi nucleari. La riattivazione delle misure restrittive potrebbe influenzare non solo la stabilità regionale, ma anche le relazioni commerciali e politiche tra l’Iran e la comunità internazionale. Nel frattempo, la posizione dell’Unione europea, composta da 27 Stati membri e impegnata nella promozione della pace e della sicurezza globale, resta quella di sostenere un approccio diplomatico e multilaterale per risolvere la crisi.






