Gerusalemme, 23 luglio 2025 – Oltre 100 organizzazioni non governative (Ong) lanciano un allarme drammatico sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, denunciando una “carestia di massa” in atto che sta mietendo vittime tra la popolazione civile e gli operatori umanitari coinvolti nelle attività di soccorso. Tra i firmatari della dichiarazione congiunta figurano nomi noti come Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Oxfam.
La denuncia delle Ong: una crisi umanitaria senza precedenti
In un documento diffuso oggi, i 111 firmatari sottolineano come l’assedio israeliano stia progressivamente affamando l’intera popolazione di Gaza. La condizione è talmente grave che anche gli operatori umanitari si trovano a lottare per ottenere risorse alimentari, rischiando la vita per sfamare le loro famiglie. “I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo“, si legge nella dichiarazione, che chiede un cessate il fuoco immediato e negoziato, nonché l’apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero passaggio degli aiuti attraverso i canali ufficiali delle Nazioni Unite.
La situazione è aggravata dalle informazioni rese note ieri dalle Nazioni Unite, che riportano come le forze israeliane abbiano ucciso più di 1.000 palestinesi mentre cercavano di accedere agli aiuti alimentari. Ciò è avvenuto da quando la Fondazione Umanitaria per Gaza, sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha iniziato le sue operazioni a fine maggio, di fatto sostituendo il sistema di assistenza umanitaria guidato dalle Nazioni Unite.
Le posizioni di Israele e le accuse verso Hamas
Israele ha replicato affermando che gli aiuti umanitari sono autorizzati a entrare a Gaza, ma ha anche accusato Hamas di sfruttare le sofferenze della popolazione civile, con accuse di furto di cibo per la rivendita a prezzi esorbitanti e di sparare contro chi attende gli aiuti.






