Tunisi, 22 dicembre 2025 – L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha reso noto che dall’inizio del 2025 fino al 20 dicembre, almeno 1.190 migranti sono morti o risultano dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, una delle vie migratorie più pericolose al mondo. Il dato è stato diffuso attraverso un aggiornamento pubblicato sul social network X dalla sede libica dell’agenzia ONU.
La crisi dei migranti nel Mediterraneo centrale
Secondo l’ultimo report OIM, nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2025, sono state intercettate e riportate in Libia 26.635 persone durante i tentativi di attraversamento del Mediterraneo. Tra questi migranti, la maggior parte sono uomini (23.126), seguiti da 2.336 donne, 965 minori e 208 persone di cui non sono stati registrati i dati relativi al genere.
La rotta del Mediterraneo centrale, che collega le coste africane a quelle europee, continua a rappresentare una delle sfide più gravi per la gestione dei flussi migratori e per la tutela dei diritti umani. Il bilancio delle vittime è drammatico e sottolinea la necessità di interventi coordinati a livello internazionale per prevenire ulteriori tragedie in mare.
Il ruolo dell’OIM nella gestione della migrazione
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni, fondata nel 1951 e parte del sistema delle Nazioni Unite dal 2016, è la principale agenzia intergovernativa che si occupa della gestione della migrazione a livello globale. Con sede centrale a Ginevra e uffici in più di 100 paesi, l’OIM promuove una migrazione ordinata e rispettosa della dignità umana, fornendo assistenza umanitaria e supporto operativo.
In particolare, l’ufficio di coordinamento per il Mediterraneo, con sede a Roma, svolge un ruolo chiave nel monitoraggio e nell’organizzazione delle attività legate ai flussi migratori nel bacino mediterraneo. L’OIM lavora a stretto contatto con i governi, le organizzazioni non governative e la società civile per migliorare la comprensione dei fenomeni migratori e tutelare i diritti dei migranti.
Il bilancio delle vittime e dei dispersi nel 2025 evidenzia ancora una volta l’urgenza di politiche comuni e di un impegno internazionale rafforzato per affrontare in modo efficace le sfide legate alla migrazione nel Mediterraneo.






