Bruxelles, 19 giugno 2025 – Il Belgio, insieme ad altri otto Paesi membri dell’Unione Europea, ha formalmente sollecitato la Commissione Europea a rivedere le normative riguardanti il commercio di beni e servizi connessi agli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati. La richiesta è stata annunciata dal ministro degli Esteri belga, Maxime Prévot, che ha spiegato come questa iniziativa sia una diretta conseguenza del parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia.
La posizione dei Paesi europei sui territori occupati
I Paesi che hanno aderito alla richiesta – Spagna, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovenia, Svezia, Finlandia e Irlanda – intendono allineare le proprie politiche commerciali al diritto internazionale, evitando qualsiasi forma di commercio o investimento che possa contribuire a sostenere insediamenti considerati illegali. Secondo quanto affermato da Prévot, la Corte Internazionale ha indicato che i Paesi terzi devono astenersi da attività economiche che contribuiscano a mantenere una situazione ritenuta illegale nei territori occupati.
Questa posizione rappresenta un importante passo verso un maggiore rispetto dei principi internazionali da parte degli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di esercitare una pressione politica ed economica su Israele affinché modifichi le sue politiche sugli insediamenti.
Gli insediamenti israeliani violano il diritto internazionale
La richiesta dei nove Paesi arriva in un contesto internazionale complesso, dove le questioni riguardanti i diritti umani e la legalità degli insediamenti israeliani sono al centro di un acceso dibattito. La Corte Internazionale di Giustizia ha, infatti, ribadito che gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi rappresentano una violazione del diritto internazionale, esortando la comunità internazionale a non riconoscere tali situazioni.
L’intervento dei Paesi membri dell’UE sottolinea l’importanza di una coerenza normativa e politica europea in materia di commercio estero, con particolare attenzione ai temi della legalità internazionale e dei diritti umani. Il Belgio, guidato dalla leadership politica di Maxime Prévot, si pone quindi come un attore chiave in questa iniziativa, che potrebbe influenzare le future relazioni economiche e diplomatiche tra l’Unione Europea e Israele.






