Roma, 7 novembre 2025 – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha partecipato alla settima conferenza nazionale sulle dipendenze, evento organizzato dal sottosegretario Alfredo Mantovano, senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti presenti. L’occasione, che ha visto la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, è stata l’unica occasione pubblica recente per il guardasigilli, che ha evitato di rispondere alle domande sull’arresto del generale libico Usāma al-Maṣrī Nağīm, noto come Almasri.
La posizione di Carlo Nordio sull’arresto di Almasri

Durante l’ingresso e l’uscita dall’auditorium, il ministro Nordio ha dribblato le domande dei cronisti riguardanti l’arresto del generale Almasri in Libia, limitandosi a dichiarare: “L’arresto non significa niente”, prima di salire in macchina e allontanarsi senza ulteriori commenti. Questa frase sintetizza una linea di prudenza comunicativa in un momento di forte attenzione mediatica e politica su una vicenda estremamente complessa.
Carlo Nordio, in carica dal 22 ottobre 2022 come Ministro della Giustizia nel governo Meloni, è un ex magistrato con una lunga esperienza nel campo della giustizia penale e antimafia. Laureato in giurisprudenza all’Università di Padova, Nordio ha guidato importanti inchieste giudiziarie e ha scritto numerosi saggi e romanzi legati al diritto e alla giustizia. La sua nomina a guardasigilli è stata voluta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e si inserisce in un contesto di riforme che hanno coinvolto la giustizia italiana, tra cui l’abolizione del reato di abuso d’ufficio.
Il caso Almasri e le implicazioni giudiziarie
Almasri, nato a Tripoli nel 1979, è un ex militare libico accusato di gravi crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui torture, omicidi e violenze sessuali, commessi nella prigione di Mitiga durante la seconda guerra civile in Libia. Il 18 gennaio 2025, dopo un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia, Almasri è stato arrestato dalla DIGOS in Italia, ma è stato rilasciato due giorni dopo dalla Corte d’Appello di Roma per un vizio di forma nel mandato di arresto, in assenza di una richiesta formale dal Ministero della Giustizia, e successivamente espulso.
Questa vicenda ha scatenato un’indagine nei confronti di diversi esponenti del governo italiano, tra cui il ministro Nordio, accusato di favoreggiamento personale aggravato e rifiuto di atti d’ufficio aggravato. Il 6 agosto 2025 il Tribunale dei Ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere alla Camera dei Deputati, che però ha negato il via libera. Di conseguenza, il 28 ottobre 2025 il procedimento è stato archiviato.
Nel frattempo, la CPI ha rilevato il mancato rispetto degli obblighi internazionali da parte dell’Italia, chiedendo spiegazioni entro il 31 ottobre 2025 sulle misure adottate e sull’eventuale impatto dei procedimenti interni sulla cooperazione con la Corte. La vicenda resta al centro di un dibattito internazionale e politico di grande rilevanza.
Fonte: Davide Di Carlo - Almasri, il ministro Nordio dribbla le domande dei cronisti: "Arresto non significa niente"






