Roma, 10 novembre 2025 – Nuovi dettagli emergono dall’indagine sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto nel settembre 2022 nel Mar Baltico. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e confermato dalle autorità tedesche, dietro l’attacco vi sarebbe stato un gruppo di militari ucraini guidato dall’allora comandante in capo delle forze armate ucraine, Valeriy Zaluzhny.
Le accuse della Germania
Gli investigatori tedeschi hanno sviluppato “un quadro chiaro” secondo cui un’unità militare d’élite ucraina ha compiuto l’azione sabotatrice sotto la direzione diretta del generale Zaluzhny. L’obiettivo strategico, riferiscono le fonti, era quello di ridurre le entrate petrolifere della Russia e compromettere i suoi legami economici con la Germania, danneggiando così l’approvvigionamento energetico europeo.
L’operazione, definita dal WSJ “uno degli atti di sabotaggio più audaci della storia moderna”, sarebbe costata circa 300 mila dollari e avrebbe coinvolto l’utilizzo di uno yacht noleggiato in Polonia, con un equipaggio di sei persone tra cui sommozzatori civili addestrati. Un mandato di arresto europeo è stato emesso nei confronti di un cittadino ucraino coinvolto, fuggito in Ucraina dalla Polonia a bordo di un’auto dell’ambasciata ucraina.
La figura di Zaluzhny e le sue vicende recenti
Valeriy Zaluzhny, soprannominato il “Generale di ferro”, è stato comandante in capo delle Forze armate ucraine dal luglio 2021 fino alla sua rimozione nel febbraio 2024, quando è stato sostituito da Oleksandr Syrs’kyj. Durante il conflitto con la Russia, Zaluzhny è diventato una figura di spicco, molto apprezzata per il suo stile anticonformista e per la capacità di mantenere alto il morale delle truppe, nonché per la sua visione militare moderna, distante dalle dottrine sovietiche. Nel marzo 2024 è stato nominato ambasciatore ucraino nel Regno Unito e nel 2025 rappresentante permanente presso l’Organizzazione marittima internazionale.
Il generale è stato spesso descritto come un comandante capace di comprendere e valorizzare le esigenze dei soldati, mantenendo un rapporto diretto con le truppe sul fronte. Tuttavia, la sua leadership è stata segnata da tensioni con il presidente Zelensky, culminate nella sua sostituzione.
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