New York, 3 novembre 2025 – Nel giorno delle elezioni municipali, New York è pronta a eleggere il suo primo sindaco musulmano, un giovane esponente della sinistra democratica che ha catalizzato l’attenzione e l’entusiasmo di una vasta fetta di elettorato. Si tratta di Zohran Kwame Mamdani, 34 anni, candidato del Partito Democratico, indicato dai sondaggi con un vantaggio netto e considerato favorito per la vittoria finale. La sua ascesa politica e l’attenzione mediatica che lo circonda hanno scosso l’establishment politico della cosiddetta “Grande Mela”, ma lo hanno anche esposto a critiche dure, in particolare da parte del presidente Donald Trump.
La sfida politica e le accuse di Trump
Nel corso di un’intervista rilasciata al programma “60 Minutes” della Cbs, Donald Trump ha definito Mamdani “comunista”, negando che il candidato possa essere considerato un socialista, come invece Mamdani stesso si è dichiarato. Trump ha inoltre minacciato di tagliare miliardi di dollari di finanziamenti federali a New York City nel caso in cui Mamdani fosse eletto e adottasse politiche contrarie alla sua visione conservatrice.

Queste esternazioni rientrano in una più ampia strategia di Trump e del Partito Repubblicano di associare Mamdani e il Partito Democratico a un’ideologia socialista o comunista, nell’intento di mobilitare l’elettorato repubblicano e conservatore contro il candidato progressista. Al contempo, Mamdani può contare sul sostegno convinto dell’ala progressista del Partito Democratico, con figure di spicco come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez che lo hanno appoggiato pubblicamente, contribuendo a riempire comizi e stadi con migliaia di persone.
Il profilo di Zohran Mamdani e la sua piattaforma elettorale
Nato a Kampala nel 1991 da un accademico ugandese e da una regista indiana, Mamdani si è trasferito a New York da bambino e ha costruito la sua carriera politica in pochi anni. Dopo una laurea in studi africani al Bowdoin College, ha lavorato come consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari, esperienza che gli ha permesso di confrontarsi con le disuguaglianze sociali e di sviluppare un forte impegno per la giustizia sociale.
Dal 2020 è membro dell’Assemblea dello Stato di New York, rappresentando il 36° distretto, comprendente quartieri popolari come Astoria e Long Island City. La sua campagna per la carica di sindaco si è basata su un programma progressista e ambizioso, che punta a rendere New York più accessibile e vivibile per tutti. Tra le proposte principali figurano:
- autobus urbani gratuiti per migliorare la mobilità e ridurre l’inquinamento,
- potenziamento dell’assistenza pubblica per l’infanzia,
- creazione di supermercati comunali per contrastare la carenza di beni essenziali a prezzi contenuti,
- tutela e ampliamento dei diritti LGBTQ+,
- blocco degli affitti per le unità abitative a canone calmierato e aumento degli alloggi a prezzi accessibili,
- una riforma completa della sicurezza pubblica,
- aumento del salario minimo a 30 dollari l’ora entro il 2030,
- aumento delle tasse per le aziende e per i redditi superiori a 1 milione di dollari annui.
Mamdani incarna un cambiamento generazionale e culturale nel Partito Democratico, rappresentando una nuova ondata di leader giovani, diversi e progressisti. La sua campagna ha richiamato l’attenzione anche di Barack Obama, che pur non avendo dato un endorsement formale, ha elogiato la sua campagna e si è offerto come punto di riferimento per il futuro, un gesto che il New York Times ha interpretato come un sostegno implicito.
Le sfide e le critiche
Nonostante il successo e il consenso crescente, alcuni osservatori sollevano dubbi riguardo all’esperienza di Mamdani, definendolo ancora poco preparato per guidare una metropoli complessa come New York, considerata la seconda carica politica più difficile negli Stati Uniti dopo la presidenza.
Inoltre, la sua identità di socialista democratico e la sua appartenenza all’ala più progressista del Partito Democratico sono state oggetto di attacchi politici, soprattutto da parte dei repubblicani, che temono un’ulteriore spinta verso politiche di sinistra radicale a livello nazionale.
Un simbolo di cambiamento
Zohran Mamdani rappresenta più di un semplice candidato sindaco: è diventato il simbolo di un rinnovamento nella leadership politica di New York e, più in generale, del Partito Democratico. La sua vittoria alle primarie contro l’ex governatore Andrew Cuomo, considerato un “big” del partito, ha evidenziato la voglia di cambiamento e di nuove energie da parte degli elettori, in particolare dei giovani.
La sua storia personale, che unisce radici africane, indiane e americane, e il suo impegno per politiche sociali e ambientali, lo rendono un volto nuovo e rappresentativo di una città in continua trasformazione. L’elezione di Mamdani potrebbe segnare un passo importante nella storia di New York, con l’elezione del primo sindaco musulmano e socialista della città, un dato che sottolinea la crescente pluralità e complessità della politica americana contemporanea.
Record storico di voto anticipato a New York
La corsa per la carica di sindaco di New York è segnata da un record storico nell’affluenza al voto anticipato. Oltre 735.000 newyorkesi hanno infatti già espresso la loro preferenza prima del giorno ufficiale delle elezioni, un dato che rappresenta la più alta partecipazione mai registrata per un’elezione non presidenziale nella metropoli americana.
Secondo quanto riportato dal New York Times, il numero di voti anticipati per questa tornata elettorale è più di quattro volte superiore rispetto alle ultime elezioni comunali del 2021. Solo nella giornata di domenica, ultimo giorno utile per il voto anticipato, si sono recati alle urne circa 151.000 elettori, la cifra più alta dall’inizio delle operazioni di voto anticipato, stando ai dati ufficiali della Commissione Elettorale della città.
L’età media degli elettori che hanno già votato si attesta intorno ai 50 anni, con una dinamica interessante tra i più giovani: se nei primi giorni della settimana era diminuita l’affluenza nella fascia sotto i 35 anni, da venerdì a domenica si è osservato un aumento, con oltre 100.000 votanti under 35, di cui più di 45.000 solo domenica.






