Gerusalemme, 24 luglio 2025 – In un clima sempre più teso e incerto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha disposto il richiamo in patria della squadra negoziale impegnata nei colloqui di pace a Doha, in Qatar. La decisione segue la risposta negativa di Hamas all’ultima proposta di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi avanzata da Israele, alimentando dubbi sulla possibilità di una rapida soluzione diplomatica.
La crisi nei negoziati tra Israele e Hamas
L’ufficio di Netanyahu ha espresso un apprezzamento formale per gli sforzi dei mediatori del Qatar e dell’Egitto, così come per l’impegno del mediatore privato Witkoff, nel tentativo di sbloccare le trattative. Tuttavia, non è ancora chiaro se il richiamo dei negoziatori rappresenti una vera e propria rottura dei colloqui o semplicemente una fase di consultazioni più approfondite sul territorio israeliano. Fonti locali, come il Times of Israel, segnalano ambiguità riguardo agli sviluppi in corso, mentre media internazionali come Axios parlano apertamente di una crisi nei negoziati.
Il contesto è aggravato dall’escalation militare che vede Israele sotto attacco missilistico da parte dell’Iran, con sirene d’allarme che risuonano anche a Tel Aviv e in altre aree del Paese. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno confermato l’intervento di droni e missili provenienti dall’Iran, mentre i media iraniani annunciano un’intensificazione degli attacchi che proseguiranno per tutta la notte.
Netanyahu convoca una riunione per preoccupazioni umanitarie a Gaza
Oltre alla gestione della crisi diplomatica, Netanyahu ha convocato una riunione urgente a Gerusalemme per affrontare le accuse di carestia nella Striscia di Gaza, uno dei temi più delicati dell’attuale conflitto. Al vertice parteciperanno rappresentanti del ministero degli Esteri, del coordinamento israeliano per gli aiuti alla Striscia (Cogat), del Consiglio di Sicurezza Nazionale e altri funzionari chiave. L’incontro mira a definire una strategia per la gestione degli aiuti umanitari e di fronteggiare le crescenti critiche internazionali sulla situazione dei civili a Gaza.






