Kathmandu, 9 novembre 2025 – Sono atterrati oggi all’aeroporto Tribhuvan di Kathmandu i cinque italiani che nei giorni scorsi erano stati dati per dispersi in Nepal durante una serie di valanghe che hanno colpito le montagne himalayane. Il loro ritrovamento e il successivo contatto con le autorità italiane e familiari hanno posto fine a giorni di apprensione.
Il ritrovamento e la testimonianza degli escursionisti
Gli escursionisti, originari della provincia di Como, sono stati raggiunti da un’agenzia italiana e da un’agenzia nepalese che sono riuscite a ristabilire il contatto dopo giorni di silenzio. Ai microfoni di RaiNews 24 hanno dichiarato: “Noi non ci sentivamo dispersi, non sapevamo nulla di quello che succedeva nel mondo”. La mancanza di telefoni satellitari e la difficoltà di collegamento erano state comunicate preventivamente alle famiglie, che erano state informate di non aspettarsi notizie per alcuni giorni. Solo una volta riavuto il segnale, gli escursionisti hanno potuto apprendere dagli affetti ciò che era accaduto nel frattempo, mantenendo la calma e senza problemi di salute.
Il gruppo ha riferito di aver svolto il percorso previsto tra il 31 ottobre e il 3 novembre, durante il periodo in cui si sono verificate le valanghe. Hanno raggiunto un’altitudine di circa 5.000 metri e hanno confermato che, sebbene il tempo fosse pessimo con neve che iniziava a 4.000 metri, non hanno percepito alcun pericolo imminente.
Il contesto della tragedia in Nepal
Le valanghe hanno provocato un bilancio tragico: tre italiani sono morti e due risultano ancora dispersi, tra cui Marco Di Marcello e Markus Kirchler, con scarse probabilità di sopravvivenza secondo la Farnesina. Le autorità nepalese e italiane hanno ripreso le ricerche nella zona identificata. Le salme di Stefano Farronato e Alessandro Caputo sono state già trasferite a Kathmandu e presto rientreranno in Italia.
Nei mesi recenti, la presenza italiana in Nepal ha visto una crescita significativa, con quasi 15.000 visitatori italiani nel 2024, attratti da trekking e spedizioni alpinistiche. Nonostante la tragedia, il turismo continua a rappresentare un settore fondamentale per l’economia nepalese e per le comunità locali della valle di Kathmandu e dell’Himalaya.
Kathmandu resta dunque un punto nevralgico per le attività alpinistiche e turistiche, nonostante le difficili condizioni meteorologiche e i rischi connessi all’alta quota. Le autorità italiane monitorano costantemente la situazione, impegnate nel coordinamento di soccorsi e assistenza ai connazionali.





