Kathmandu, 5 novembre 2025 – Una tragedia si è consumata nelle montagne del Nepal, dove una serie di valanghe ha causato la morte di numerosi alpinisti, inclusi diversi italiani. La Farnesina, tramite una nota ufficiale, ha confermato la morte di almeno cinque connazionali e la scomparsa di altri due, ancora dispersi nella regione himalayana. Le autorità nepalesi e il Consolato Generale d’Italia a Calcutta stanno coordinando le operazioni di soccorso e ricerca, nonostante le difficoltà logistiche e burocratiche.
Confermate le vittime italiane e la situazione dei dispersi
Le autorità locali hanno ufficializzato il decesso di tre alpinisti italiani: Alessandro Caputo, Stefano Farronato e Paolo Cocco. A questi si aggiungono le vittime di un’altra valanga sullo Yalung Ri, dove hanno perso la vita altri due italiani, Markus Kirchler e Marco Di Marcello, quest’ultimo ancora disperso ma con segnali satellitari che indicano una possibile sopravvivenza e movimenti nell’area.
Marco Di Marcello, biologo e guida alpina abruzzese di 37 anni, è l’unico disperso per cui si registrano aggiornamenti positivi: il suo segnale radio si aggiorna regolarmente ogni quattro ore, suggerendo che potrebbe essere ancora in vita e in movimento nonostante la situazione critica. La Farnesina sottolinea che per altri cinque connazionali presenti in Nepal non si hanno al momento notizie certe, ma si spera si tratti di semplici problemi di comunicazione.
La difficoltà nei soccorsi e il contesto degli incidenti in Nepal
Gli incidenti sono avvenuti in due distinti episodi: una valanga sul monte Panbari ha travolto Stefano Farronato, tecnico forestale di Bassano del Grappa, e Alessandro Caputo, maestro di sci a St. Moritz, mentre un’altra valanga ha colpito un gruppo di alpinisti sullo Yalung Ri, nel Nepal centrale a 5.630 metri di quota, causando la morte di sette persone, tra cui tre italiani e due guide nepalesi.
Le operazioni di soccorso sono state ostacolate da una complessa burocrazia per il rilascio dei permessi di volo in elicottero, con ritardi nelle autorizzazioni che hanno impedito un intervento tempestivo. Un sherpa sopravvissuto ha raccontato di aver atteso oltre 24 ore prima di poter essere evacuato, denunciando criticità nel sistema di emergenza nepali.
Il Console Generale d’Italia a Calcutta, Riccardo Dalla Costa, è giunto a Kathmandu per coordinare le ricerche insieme alle autorità locali e ai gruppi di soccorso, in stretto raccordo con la Farnesina. Nel frattempo, le comunità di origine degli alpinisti italiani colpiti dalla tragedia hanno espresso profondo cordoglio per le vittime e vicinanza alle famiglie.
Per approfondire: Nepal, sette alpinisti morti in due incidenti: cinque italiani tra le vittime




