Osaka, 9 agosto 2025 – La città di Nagasaki ha ricordato oggi, con profonde emozioni e una solenne cerimonia, gli 80 anni dall’orrore della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti il 9 agosto 1945. Nel cuore del Parco della Pace, alle 11:02 ora locale, corrispondente alle 4:02 in Italia, è stato osservato un minuto di silenzio, momento di raccoglimento condiviso da rappresentanti di ben 94 Paesi e regioni. Tra questi, l’Italia era presente con il suo console generale a Osaka, Filippo Manara, che ha preso parte all’evento commemorativo di grande rilevanza internazionale.
Una testimonianza di dolore e speranza
Il console Manara ha voluto sottolineare il significato della sua partecipazione, che si è estesa anche al precedente evento a Hiroshima dello scorso 6 agosto, evidenziando come l’Italia abbia desiderato manifestare la propria vicinanza al popolo giapponese. Un momento particolarmente toccante della cerimonia è stato rappresentato dalla testimonianza diretta di Hiroshi Noshioka, uno degli Hibakusha, i sopravvissuti agli attacchi nucleari. Noshioka ha descritto con commozione sia la devastazione provocata dall’esplosione sia le dure cicatrici fisiche e psicologiche che hanno segnato la sua vita e quella di molti altri per decenni.
La voce di Noshioka, come ha ricordato il console, non si è limitata al dolore, ma ha portato un messaggio di speranza e impegno per il futuro. L’Associazione Nihon Hidankyo, che raggruppa gli Hibakusha e che nel 2024 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la sua lotta contro la proliferazione nucleare, rappresenta un simbolo forte di questa speranza. Manara ha concluso il suo intervento con un appello netto rivolto alla comunità internazionale: “Non dobbiamo mai più fare uso di armi atomiche. Se lo faremo, tutto finirà“.
Nagasaki: memoria e impegno per un mondo senza armi nucleari
La commemorazione di Nagasaki segue di pochi giorni quella di Hiroshima, mantenendo viva la memoria di due eventi che cambiarono il corso della storia mondiale e posero fine alla Seconda guerra mondiale. Il 9 agosto 1945, la bomba atomica causò la morte immediata di oltre 70mila persone, prevalentemente civili, e la devastazione della città, situata sulla costa sud-occidentale dell’isola di Kyūshū.
La cerimonia di quest’anno ha visto la partecipazione di 94 Paesi e regioni, superando le tensioni dello scorso anno quando alcune controversie politiche avevano portato all’assenza di rappresentanti di alcuni Stati. Durante l’evento, il sindaco di Nagasaki, Shiro Suzuki, ha letto la Dichiarazione di Pace, rivolgendo un appello ai leader mondiali affinché definiscano un piano concreto per l’abolizione delle armi nucleari. Suzuki ha evidenziato il ruolo fondamentale della società civile, sottolineato dall’attività della Nihon Hidankyo.
Il premier giapponese, Shigeru Ishiba, ha rinnovato l’impegno del Giappone a non possedere, produrre né consentire l’uso di armi nucleari, dichiarando che il governo continuerà a lavorare per guidare gli sforzi globali verso un mondo senza guerre nucleari. Tuttavia, nel discorso non è stata fatta menzione al Trattato delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari, entrato in vigore nel 2021, tema su cui Hiroshima e Nagasaki continuano a chiedere maggiori adesioni.
La posizione delle Nazioni Unite è stata rappresentata da una dichiarazione letta dall’alto rappresentante per gli affari esteri, Izumi Nakamitsu, che ha richiamato alla necessità di rafforzare gli strumenti di disarmo basati su dialogo, diplomazia, trasparenza e controllo degli armamenti.
Secondo le ultime stime governative, il numero dei sopravvissuti ufficialmente riconosciuti, gli Hibakusha, è sceso sotto quota 100mila, attestandosi a 99.130 a marzo 2025, con un’età media di oltre 86 anni.





