Venezia, 23 luglio 2025 – Un giovane ventunenne residente in Veneto, Artiom Naliato, è deceduto lunedì scorso in Ucraina a causa di un bombardamento su un campo di addestramento militare. Il ragazzo, di origine ucraina e adottato in tenera età da una famiglia di Tribano, in provincia di Padova, aveva scelto di tornare a combattere come volontario nella sua terra natale dopo l’invasione russa del 2022.
Il ritorno al fronte di Artiom Naliato
Secondo quanto riportano i quotidiani locali, Artiom Naliato era rientrato a Tribano alcune settimane fa, per poi ripartire verso l’Ucraina, dove si era unito alle forze impegnate nella difesa del paese. L’attacco che ha causato la sua morte è avvenuto in un campo di addestramento militare colpito da un missile russo. Nonostante le cure ospedaliere, il giovane non è riuscito a sopravvivere alle ferite riportate.
Il cordoglio della comunità di Tribano
Il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, ha espresso il proprio dolore attraverso un messaggio pubblicato su Facebook: “Ci stringiamo con affetto e dolore attorno alla famiglia che lo ha accolto e cresciuto con amore. Oggi Tribano perde un suo figlio. Il vuoto che lascia è profondo, ma lo ricorderemo per il coraggio delle sue scelte”. La comunità locale si è raccolta nel lutto per la perdita di un giovane che aveva deciso di combattere per la libertà e la difesa della sua terra d’origine, dimostrando un forte senso di appartenenza e responsabilità.
Artiom Naliato rappresenta la sesta vittima italiana nel conflitto ucraino dall’inizio della guerra. La sua storia è emblematica del legame profondo che molti adottati o emigrati mantengono con la terra natale e delle scelte difficili che comporta un simile impegno in un contesto di guerra.






