Mosca, 30 luglio 2025 – Il Ministero degli Esteri russo ha reso pubblica una lista di dichiarazioni considerate come esempi di “hate speech” contro la Russia, tra cui spicca una frase pronunciata dal presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. La citazione incriminata risale al 5 febbraio scorso, durante un discorso all’Università di Marsiglia, nel quale Mattarella ha tracciato un parallelo tra le guerre di conquista del Terzo Reich tedesco e l’attacco russo all’Ucraina.
La lista russa dei “russofobi” e la reazione italiana all’inserimento di Mattarella
La lista, anticipata dal quotidiano La Repubblica e pubblicata sul sito del Ministero degli Esteri russo, raccoglie dichiarazioni di esponenti di 13 Paesi occidentali, principalmente appartenenti all’Unione Europea e alla NATO. La frase di Mattarella è l’unica citata per l’Italia, sottolineando la particolare attenzione di Mosca verso il capo dello Stato italiano.
L’ambasciata russa in Italia ha espresso indignazione per la posizione assunta da alcuni media italiani, accusati di essersi allontanati dall’etica professionale e di aver diffuso “dati e valutazioni false” sul caso. In un post su Facebook, l’ambasciata ha ringraziato coloro che hanno condannato la “mancata sensibilità storica e diplomatica” del presidente Mattarella, rilanciando anche il commento di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha definito le reazioni italiane “scomposte” e ha criticato attacchi personali rivolti a lei da parte di alcuni editorialisti.
Gli altri nomi presenti nella lista
La lista include anche dichiarazioni rilevanti da parte di alcune delle principali figure politiche occidentali. Tra queste, spiccano quelle del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del presidente francese Emmanuel Macron, tre interventi del segretario generale della NATO Mark Rutte e ben sette dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri, Kaja Kallas.
Dagli Stati Uniti figura un’unica affermazione, ma particolarmente significativa: quella del senatore Lindsey Graham. In un post pubblicato su X, Graham ha tracciato un parallelo con i raid americani contro l’Iran, suggerendo che Washington avrebbe potuto colpire la Russia qualora Mosca non avesse rispettato l’ultimatum di 50 giorni — ora ridotto a 10 — fissato dal presidente Donald Trump per raggiungere un accordo di pace con l’Ucraina. “Se Putin e gli altri si chiedono cosa accadrà al giorno 51, consiglio loro di telefonare all’Ayatollah”, ha scritto il senatore.
La Farnesina convocherà l’ambasciatore russo
La Farnesina ha annunciato l’intenzione di convocare l’ambasciatore russo in Italia in seguito alla pubblicazione della lista nella quale è presente anche il presidente Mattarella.
Nel corso della mattinata, l’Aula del Senato ha espresso compatta solidarietà al Capo dello Stato, condannando con fermezza gli attacchi provenienti da Mosca. Oltre a Mattarella, la lista include anche i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto. Il senatore del Partito Democratico Graziano Delrio ha parlato di un “attacco inaccettabile e intollerabile al Capo dello Stato”, ribadendo che “il popolo italiano lo respinge”. Parole condivise dal senatore di Italia Viva Enrico Borghi.
La solidarietà a Mattarella
La senatrice Stefania Craxi, intervenuta a nome di Forza Italia, ha fatto eco alle dichiarazioni dei colleghi, definendo “osceno” l’attacco rivolto al presidente della Repubblica. Sulla stessa linea il capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan, che ha sottolineato come, di fronte a un’aggressione ingiustificata di questo tipo, sia doveroso che tutte le istituzioni e le forze politiche si uniscano per respingere con decisione tali provocazioni. Malan ha inoltre auspicato che la stessa unità venga mantenuta ogni volta che le massime cariche dello Stato vengono colpite.
Anche il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, ha espresso piena solidarietà al Capo dello Stato, mentre Michaela Biancofiore (Civici d’Italia) ha richiamato l’importanza di sostenere sempre le più alte cariche istituzionali quando vengono attaccate. Per il Movimento 5 Stelle, Bruno Marton ha parlato di un’offesa “a tutti noi”, mentre il senatore Tito Magni (Alleanza Verdi e Sinistra) ha definito Mattarella “garante di tutti noi” e ha respinto qualsiasi interferenza straniera. Parole di vicinanza sono arrivate anche dal senatore Luigi Spagnolli (Gruppo Autonomie).
In chiusura, la presidente di turno del Senato, Licia Ronzulli, ha ribadito a nome dell’intera Presidenza “piena e totale vicinanza al presidente della Repubblica per gli attacchi vili ricevuti”, condannandoli “senza alcuna esitazione”.






