LONDRA, 31 LUGLIO 2025 – Il governo britannico guidato dal primo ministro Keir Starmer conferma una posizione netta e articolata sulla crisi israelo-palestinese, annunciando che procederà al riconoscimento dello Stato di Palestina a settembre, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a meno che Israele non adotti misure concrete per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza.
La posizione del Regno Unito sul riconoscimento della Palestina
Intervenuto a margine di un evento pubblico a Swindon, Starmer ha ribadito che il riconoscimento dello Stato palestinese non è una mera formalità, ma una risposta alla “catastrofe umanitaria a Gaza”, dove si registrano migliaia di vittime civili, tra cui molti bambini e neonati ridotti alla fame. Il premier ha sottolineato che la decisione dipende dal cessate il fuoco da parte di Israele e dal suo impegno per una pace sostenibile e duratura, che includa la ripresa immediata degli aiuti umanitari da parte dell’Onu e il rifiuto di qualsiasi annessione in Cisgiordania.
In una dichiarazione ufficiale di Downing Street, il governo ha precisato che “il riconoscimento di per sé non cambierà la situazione sul campo”, ma sarà accompagnato da iniziative umanitarie concrete, tra cui l’invio di aiuti via aerea con la Giordania e il trasferimento di bambini feriti negli ospedali britannici.
La condizione degli ostaggi e le critiche interne
Starmer ha inoltre confermato la ferma richiesta al gruppo palestinese Hamas di liberare immediatamente tutti gli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza, sottolineando che la libertà degli ostaggi è considerata cruciale da Londra. Tuttavia, ha evitato di specificare se il rilascio degli ostaggi rappresenti una condizione imprescindibile per il riconoscimento della Palestina.
La decisione del governo laburista ha suscitato critiche da parte di circa quaranta membri non eletti della Camera dei Lord, per lo più conservatori, secondo cui il riconoscimento in questa fase sarebbe contrario al diritto internazionale. Questa posizione è stata respinta con fermezza dall’attorney general lord Richard Hermer, massimo referente legale dell’esecutivo britannico.
Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza rimane drammatica, con oltre 60mila morti palestinesi in 22 mesi di offensiva israeliana, un bilancio che l’Onu definisce sottostimato e che ha portato alla dichiarazione imminente dello stato di carestia nella Striscia, paragonata alla tragedia del Biafra. Il premier Starmer ha sottolineato la necessità di un cambiamento sostanziale sul terreno per evitare un collasso totale e ha annunciato la preparazione di un piano con i principali alleati per sostenere negoziati politici e una soluzione a due Stati.





