Arriva l’allarme dei Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme: “Preoccupazione e condanna per gli atti di violenza perpetrati dai coloni israeliani”
I Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme lanciano un allarme sulla crescente violenza che interessa la città cristiana di Taybeh, in Cisgiordania. Dopo l’ennesimo assalto violento subito dal villaggio, situato a 15 chilometri da Gerusalemme, le autorità religiose esprimono una profonda preoccupazione e una ferma condanna per gli atti di violenza perpetrati dai coloni israeliani contro le comunità locali.
Violenza sistematica e critiche alla gestione della polizia israeliana
Secondo i leader delle Chiese, l’aggressione a Taybeh non è un episodio isolato, ma fa parte di uno schema più ampio di violenze contro le comunità palestinesi in Cisgiordania, che coinvolge abitazioni, luoghi sacri e stili di vita. “Questo grave incidente fa parte di un allarmante schema di violenza dei coloni contro le comunità della Cisgiordania”, si legge nella nota. Viene inoltre criticata la risposta della polizia israeliana, che si sarebbe limitata a denunciare i soli danni materiali senza considerare il contesto di intimidazioni e abusi sistematici, omettendo le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, compreso il diritto alla libertà religiosa e alla protezione del patrimonio culturale.
Taybeh, ultimo villaggio cristiano in Cisgiordania sotto assedio
Taybeh è l’unico villaggio completamente cristiano della Cisgiordania, con una popolazione che si aggira attualmente intorno ai 1.300 abitanti, in netto calo rispetto ai 15.000 residenti storici. Le comunità cristiane, tra cui cattolici, ortodossi e melchiti, vivono in una situazione di crescente difficoltà dovuta non solo agli attacchi dei coloni, ma anche ai blocchi e ai posti di controllo che isolano il villaggio. Padre Bashar Fawadleh, parroco di Taybeh, ha raccontato come il villaggio sia circondato e inglobato dagli insediamenti illegali, con la cappella bizantina ormai inaccessibile. La crisi demografica e sociale è accentuata dalla fuga costante di giovani e famiglie, che cercano rifugio all’estero per motivi di sicurezza e lavoro. Nonostante le difficoltà, la comunità cristiana resiste con il sostegno di organizzazioni internazionali e della Chiesa italiana, che hanno contribuito alla realizzazione di alloggi per giovani famiglie e all’apertura di una radio e un magazine online per mantenere viva la voce di Taybeh nel mondo.






