Roma, 26 ottobre 2025 – In occasione del convegno internazionale “Osare la Pace”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito l’importanza del dialogo, della mediazione e della perseveranza nei processi di pace a livello globale, con particolare attenzione agli sviluppi recenti in Medio Oriente e in Ucraina.
Impegno per un ordine mondiale più giusto e sostenibile
Nel suo intervento, Mattarella ha sottolineato che la pace non può essere un sogno per gli illusi, ma deve diventare una realtà condivisa e concreta. Citando Papa Francesco, il Capo dello Stato ha ricordato che “si riconosce la dignità di ogni essere umano quando la fratellanza diventa principio ispiratore di un ordine internazionale più giusto e sostenibile”. Un obiettivo che richiede un impegno costante nel costruire ponti tra i popoli e nel sostenere chi soffre.
Il Presidente ha evidenziato come “osare la pace” significhi affrontare anche temi di giustizia sociale, quali le ampie zone di povertà, le sofferenze dei migranti e la disuguaglianza economica determinata dalla concentrazione della ricchezza in poche mani. In questo contesto, ha aggiunto, il contributo dei peace-maker e dei peace-keeper è inestimabile, poiché essi sono chiamati a tessere relazioni e a garantire il rispetto dei cessate il fuoco, anche nei contesti più ostili.
Speranza da Gaza e necessità di perseveranza
Il Presidente Mattarella si è soffermato sulle notizie positive giunte da Gaza dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh, che hanno segnato i primi passi di intesa tra le parti in conflitto in Medio Oriente e il rilascio degli ostaggi. Questi eventi, ha detto, «ci ricordano che i processi di pace hanno bisogno di perseveranza, di pazienza, di lavoro di mediazione, di assunzione di responsabilità».
L’auspicio espresso dal Capo dello Stato è che la scintilla di speranza accesa in Terra Santa possa estendersi anche all’Ucraina, dove le iniziative negoziali faticano ancora a prendere forma mentre continuano le sofferenze causate dall’aggressione russa. Mattarella ha richiamato l’attenzione sulla necessità di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e dal rispetto della legalità internazionale e dei diritti umani, principi fondamentali su cui si fonda la Repubblica Italiana.
Nel suo discorso, Mattarella ha anche denunciato come, nelle relazioni internazionali, “comportamenti riprovevoli, considerati in altri contesti come inaccettabili, vengano talvolta presentati come fatti politici”, e ha rimarcato che “alla forza della prepotenza va contrapposta la forza tranquilla delle istituzioni di pace”.
Un richiamo al coraggio e alla responsabilità
Il Presidente ha poi invitato a riflettere su una domanda cruciale: “Cosa induce a non usare le immani risorse per costruire la pace invece che per alimentare la guerra?”. Questo, ha spiegato, richiede un cambiamento radicale nella mentalità e nella condotta delle nazioni. La pace, ha ricordato, è coraggio, lavoro e sviluppo, e rappresenta l’unica via percorribile per lasciare un mondo migliore alle future generazioni.
Richiamando le parole di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e del Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayeb, Mattarella ha messo in evidenza l’importanza della solidarietà globale e del dialogo interreligioso come strumenti essenziali per avvicinare le comunità in conflitto. “Il coraggio di osare la pace assume oggi un valore ancora più prezioso”, ha concluso il Presidente.






