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Home Esteri

Flotilla, la portavoce Maria Elena Delia torna in Italia per dialogare con le istituzioni

La decisione è stata presa in risposta alle richieste avanzate dal governo e dal Presidente della Repubblica

by Marco Andreoli
26 Settembre 2025
La Global Sumud Flotilla

La Global Sumud Flotilla | EPA/MOHAMED MESSARA - Alanews.it

Roma, 26 settembre 2025 – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto con un appello rivolto agli attivisti della Global Sumud Flotilla, l’iniziativa umanitaria internazionale nata nel luglio 2025 per rompere il blocco israeliano della Striscia di Gaza e portare aiuti alla popolazione palestinese. Nel suo messaggio, Mattarella ha sottolineato l’importanza di salvaguardare il valore dell’iniziativa e ha invitato i partecipanti ad accogliere la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme, che si è impegnato a garantire la consegna sicura degli aiuti raccolti.

L’appello di Mattarella alla Flotilla

Nel testo diffuso dall’ANSA, il Capo dello Stato ha evidenziato che «al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta dalla Flotilla, valore che si è espresso con ampia risonanza e significato, appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza». Il Presidente ha quindi rivolto un appello «con particolare intensità alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza – di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza».

Questa offerta di collaborazione rappresenta un elemento chiave per assicurare che gli aiuti umanitari raggiungano effettivamente la popolazione colpita dalla crisi nella Striscia di Gaza, teatro di gravi tensioni e conflitti che hanno determinato una situazione di emergenza umanitaria.

La risposta della Global Sumud Flotilla a Mattarella

Maria Elena Delia, la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla ha respinto la proposta di Mattarella. “Non possiamo accoglierla – ha dichiarato – perché nasce dall’esigenza di impedire che le nostre imbarcazioni navighino in acque internazionali, con il conseguente rischio di essere attaccate”.

La rappresentante ha ribadito che la questione degli aiuti umanitari rimane centrale per la missione della flottiglia, e che c’è disponibilità a valutare eventuali soluzioni di compromesso. Tuttavia, ha precisato che ciò non può tradursi in un cambio di rotta: “Accettare di modificare il percorso significherebbe riconoscere implicitamente il diritto di un governo ad agire in modo illegale, senza alcuna possibilità di opposizione”.

Scuderi a Mattarella: «Sostenga la richiesta di corridoi umanitari per Gaza»

Dalla Global Sumud Flotilla, l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra Benedetta Scuderi ha espresso la propria gratitudine al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le parole spese in favore della missione. «Il suo intervento sottolinea l’importanza del nostro impegno, in contrasto con chi, come la premier Giorgia Meloni, ha definito l’iniziativa irresponsabile», ha dichiarato Scuderi.

Secondo l’eurodeputata, la situazione a Gaza è drammatica: «Un’intera popolazione è ridotta alla carestia e subisce un genocidio e una pulizia etnica da parte di un governo israeliano che impedisce l’arrivo degli aiuti». Da qui l’appello rivolto al Capo dello Stato: «Chiediamo che sostenga la pressione internazionale per aprire corridoi umanitari permanenti, sotto il controllo delle Nazioni Unite».

La priorità del diritto internazionale

Scuderi ha sottolineato come l’obiettivo della Flotilla sia quello di riaffermare pacificamente il primato del diritto internazionale in un contesto dominato dalle armi e dalla violenza. «Per fermare il genocidio non bastano più le dichiarazioni: servono atti concreti», ha ribadito, indicando la necessità di introdurre sanzioni contro il governo israeliano, interrompere gli accordi commerciali e militari con Tel Aviv e riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.

La nave Family costretta a rientrare

Una delle imbarcazioni di punta della Global Sumud Flotilla, la Family, ha dovuto interrompere il viaggio a causa di gravi problemi al motore ed è rientrata in porto. La nave non potrà quindi riunirsi al resto della flottiglia, composta da decine di imbarcazioni dirette verso la Striscia di Gaza, mentre l’offensiva militare israeliana continua ad accompagnarsi a un’inasprita strategia di assedio e carestia.

Equipaggio ridistribuito su altre navi

Il comitato di coordinamento della flottiglia ha fatto sapere che l’equipaggio della Family è stato trasferito su altre imbarcazioni. L’intera flotta ha così potuto lasciare questa mattina l’isola di Creta, in Grecia, per proseguire la missione verso Gaza.

L’annuncio della Marina israeliana

La Marina israeliana ha dichiarato che si sta preparando a intercettare la Global Sumud Flotilla. In una conferenza stampa, il portavoce delle Forze Armate, il generale di brigata Effie Defrin, ha spiegato che le unità navali stanno seguendo da vicino l’avanzata della flottiglia. “Abbiamo esperienza da operazioni simili in passato, ma questa volta la situazione è diversa: parliamo di decine di imbarcazioni, il gruppo più numeroso mai diretto a Gaza”, ha affermato.

Difesa dei confini e accuse ad Hamas

Defrin ha aggiunto che la Marina “è pronta a difendere i confini marittimi di Israele” e che l’intero dispositivo navale è stato predisposto per l’intercettazione. Secondo il portavoce, l’iniziativa sarebbe stata “pianificata e finanziata da Hamas, attraverso rappresentanti presenti in Europa”. Tuttavia, nel corso del suo intervento non sono state fornite prove a sostegno di questa accusa.

Israele vieterebbe l’ingresso a Gaza di biscotti e altri alimenti

Il Movimento 5 Stelle ha definito di “gravità inaudita” le notizie diffuse da Music for Peace, secondo cui Israele avrebbe vietato l’ingresso a Gaza di alimenti come biscotti, miele, marmellata e succhi di frutta, ritenuti “troppo energetici” per i bambini. Il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli ha parlato di “atto di crudeltà disumana e deliberata” contro una popolazione già stremata da mesi di guerra e privazioni, sottolineando che impedire l’accesso a cibi essenziali significa trasformare l’assedio in “un crimine morale prima ancora che politico”.

Le accuse al governo italiano

Alla Camera, il capogruppo Riccardo Ricciardi ha accusato il governo Meloni di accettare senza reagire le restrizioni imposte da organizzazioni intermediarie in Giordania, che bloccano aiuti vitali. Secondo Ricciardi, ciò dimostra la volontà di “accanirsi su donne e bambini” e smentisce la narrazione dell’esecutivo secondo cui i canali umanitari ufficiali sarebbero i più rapidi ed efficaci. Dello stesso avviso i capigruppo M5S nelle Commissioni Esteri, Francesco Silvestri e Bruno Marton, che parlano di una conferma della “politica disumana e genocida del governo Netanyahu”.

Le parole di Music for Peace

Nel porto di Genova restano fermi dieci container di aiuti, pari a circa 300 tonnellate di pacchi alimentari, a causa delle condizioni poste per il loro ingresso nella Striscia. Stefano Rebora, presidente di Music for Peace, ha raccontato che la proposta ricevuta prevede la consegna alla Jordan Hashemite Charity Organization ma solo dopo la rimozione di alimenti energetici destinati ai bambini, con la prospettiva che il materiale tolto venga distrutto. “Parliamo di pacchi preparati secondo criteri nutrizionali adeguati alle famiglie – ha spiegato – e l’idea di distruggerli è aberrante”.

Una “disumanizzazione dell’aiuto”

La vicepresidente dell’associazione, Valentina Gallo, ha denunciato quella che definisce una “disumanizzazione dell’aiuto umanitario”, ricordando come in passato anche altri governi abbiano accettato restrizioni simili, che hanno portato alla distruzione di beni essenziali. Per questo, Music for Peace ha rilanciato la mobilitazione con una manifestazione in programma domani sera a Genova, con partenza dalla sede dell’organizzazione.

Tajani: “Pronti a proteggere anche cittadini non italiani della Flotilla”

Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenendo alla festa del partito “Libertà” a Telese Terme (Benevento), ha sottolineato l’importanza di prevenire qualsiasi aggravamento della situazione legata alla Flotilla diretta a Gaza. “Sappiamo che è una situazione a rischio e vogliamo evitare che precipiti – ha dichiarato –. Per questo è presente una nave della Marina Militare, non per operazioni militari, ma per garantire interventi di protezione civile qualora ci fossero problemi che riguardano cittadini italiani. Abbiamo inoltre offerto la nostra disponibilità a fornire assistenza anche a cittadini non italiani”.

Tajani ha poi ribadito l’importanza delle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come strumento di mediazione. “Credo sia la soluzione migliore – ha affermato –. L’appello del capo dello Stato ha un valore simbolico altissimo e mi auguro venga ascoltato. È vero che inizialmente hanno detto di no, ma si tratta di un richiamo a cui non si può non rispondere positivamente”. Il vicepremier ha aggiunto che una riflessione approfondita può portare a un cambio di posizione: “Il no può diventare un sì, perché c’è da proteggere vite umane e impedire che la situazione precipiti”.

Tutto pronto per il compromesso

Tajani ha sottolineato gli sforzi compiuti dal governo italiano per garantire un compromesso efficace: “Ho apprezzato molto il messaggio di Mattarella, che ha lavorato affinché si trovasse una soluzione in grado di evitare rischi per chi partecipa alla Flotilla e di consegnare alla popolazione civile di Gaza beni tramite il Patriarcato. Abbiamo coordinato le operazioni con Israele, con il Patriarcato, con il governo di Cipro e attraverso l’Unità di crisi abbiamo contattato direttamente la Flotilla. Tutto è possibile”.

Il vicepremier ha quindi ribadito che la proposta di mediazione, che prevede la consegna dei materiali alla Chiesa per poi farli giungere alla popolazione civile con il consenso del governo israeliano, rappresenta “la soluzione migliore” e ha un significato simbolico di grande rilievo: “Mi auguro che venga ascoltata”.

“Vogliamo aprire un corridoio umanitario stabile”

Simona Moscarelli, rappresentante del Global Sumud Flotilla, ha spiegato a Roma, durante un incontro con i delegati della Cgil, che la spedizione verso Gaza non ha come unico scopo la consegna di aiuti umanitari. “Portiamo aiuti, è vero, ma il cuore della nostra missione è politico – ha sottolineato –. Vogliamo aprire un corridoio umanitario stabile, interrompere il blocco navale imposto da Israele e fare in modo che questo genocidio cessi quanto prima”.

Moscarelli ha poi descritto i momenti difficili vissuti dall’equipaggio: “Non sono stati giorni facili. Molti membri si sono spaventati per gli eventi recenti, non è stata un’esperienza serena, ma la missione prosegue”. Le sue parole hanno suscitato applausi dai presenti, a testimonianza della determinazione del gruppo a portare avanti l’iniziativa nonostante le difficoltà.

Moscarelli ha denunciato i timori legati alla sicurezza dell’equipaggio: “Il governo italiano teme questa missione, ma noi siamo preoccupati per l’incolumità delle persone a bordo delle barche. Per questo ieri abbiamo inviato una diffida al governo affinché garantisca la protezione del nostro equipaggio”.

La rappresentazione ha aggiunto che l’attacco dei droni costituisce di fatto “un atto di guerra”, visto che è avvenuto in acque internazionali contro una nave battente bandiera italiana. Nonostante ciò, ha sottolineato, l’Italia continua a rifiutarsi di assumere una posizione decisa contro Netanyahu e i presunti responsabili di crimini di guerra, come richiesto dall’Onu e dalle corti penali internazionali.

La prossima tappa sarà Gaza

Simona Moscarelli ha sottolineato che la missione prosegue e che la prossima tappa sarà Gaza. “Chiediamo al governo italiano di proteggere la Flotilla, ma la nostra attenzione è rivolta a Gaza”, ha spiegato. “Rivolgiamo una richiesta di embargo totale nei confronti di Israele: non solo sanzioni commerciali, ma il blocco completo dell’invio di armi. Non ha senso mandare aiuti umanitari mentre le armi continuano ad arrivare; in più, gli aiuti che giungono a Gaza non vengono distribuiti”.

Moscarelli ha aggiunto che l’obiettivo della missione è far cessare al più presto il genocidio e rompere il blocco navale imposto da Israele. “Gaza ci riguarda perché rappresenta la violazione del diritto internazionale”, ha affermato, evidenziando come il rifiuto del governo italiano di seguire le decisioni delle corti penali internazionali metta a rischio non solo il diritto internazionale stesso, ma anche la tutela dei diritti dei cittadini. Le sue parole hanno suscitato applausi tra i presenti. La rappresentante ha aggiunto che la Flotilla è stata da poco raggiunta da sei navi greche e al momento si trova al largo di Creta.

La portavoce italiana rientra in Italia

La Sumud Flotilla ha reso noto che la delegazione italiana del Global Movement to Gaza ha deciso di far rientrare in Italia la portavoce Maria Elena Delia. L’obiettivo è instaurare un dialogo diretto con le istituzioni, assicurando la sicurezza dei membri italiani dell’equipaggio e promuovendo il raggiungimento degli scopi della missione nel pieno rispetto del diritto internazionale. La decisione è stata presa in risposta alle richieste avanzate dal governo e dal Presidente della Repubblica.

La Global Sumud Flotilla: obiettivi, composizione e difficoltà del viaggio

La Global Sumud Flotilla, formata nel luglio 2025, ha l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza, consegnando aiuti alimentari e medicinali alla popolazione palestinese, duramente colpita dall’attuale crisi umanitaria. Considerata il più grande convoglio civile mai organizzato in questo contesto, la flottiglia conta oltre 15.000 attivisti provenienti da 44 Paesi.

Negli ultimi giorni, la missione ha incontrato crescenti difficoltà e pressioni. La Marina israeliana ha annunciato l’intenzione di intercettare le imbarcazioni, accusando l’iniziativa di ricevere fondi da soggetti legati ad Hamas. Intanto, il governo italiano – pur garantendo assistenza consolare ai propri cittadini – ha invitato i partecipanti a non forzare il blocco. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha reso noto che la fregata Alpino ha preso il posto della Fasan per monitorare la situazione nell’area, precisando però che le navi militari italiane non scorteranno la flottiglia né usciranno dalle acque internazionali. Insieme a loro la Spagna ha inviato la nave militare ‘Furor’, per salvaguardare i cittadini spagnoli della missione.

Nuova flotta da Catania verso Gaza

Da Catania si sta organizzando una nuova spedizione marittima diretta a Gaza: la flotta promossa da Thousand Madleens to Gaza & Freedom Flotilla Coalition è pronta a salpare domani, 27 settembre. L’iniziativa è stata resa nota tramite il sindacato Usb.

L’imbarco è previsto per le 17 dal porticciolo di San Giovanni Li Cuti. Prima della partenza, alle 14.30, è stata annunciata una conferenza stampa di presentazione degli obiettivi e delle modalità della missione.

Secondo gli organizzatori la partenza ha lo scopo di contestare «il blocco illegale imposto da Israele a Gaza» e di mettere in luce i meccanismi che, a loro avviso, rendono possibili i crimini di guerra denunciati. La coalizione presenta la flottiglia come un atto di pressione civile per richiamare l’attenzione internazionale sulla situazione nella Striscia.

Nel comunicato si sottolinea inoltre che la mobilitazione dal basso viene giudicata necessaria alla luce della presunta inattività dei governi nei confronti della crisi umanitaria: per questo motivo gli organizzatori invitano cittadini e associazioni a sostenere la partenza e le iniziative legate alla missione.

Tags: Conflitto Israele-HamasGlobal Sumud FlotillaIsraele Global Sumud FlotillaSergio MattarellaUltim'ora

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