Caracas, 11 ottobre 2025 – La recente assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Maria Corina Machado ha riacceso i riflettori sulla situazione politica venezuelana e sul ruolo dell’opposizione nel contesto geopolitico internazionale. Machado, figura di spicco dell’opposizione venezuelana, si configura oggi come il volto emblematico del progetto di cambio di regime che gli Stati Uniti, sotto diverse amministrazioni, hanno tentato di attuare a Caracas.
Maria Corina Machado e il contesto geopolitico
Nonostante le aspettative iniziali su altri candidati, tra cui figure di rilievo come Donald Trump o Volodymyr Zelensky, il Nobel per la Pace è stato assegnato a María Corina Machado, consolidando il suo profilo internazionale. Machado è stata a lungo considerata un elemento chiave nella strategia statunitense guidata in parte dal senatore Marco Rubio, che mira a contrastare il governo di Nicolas Maduro, presentato come un regime da abbattere in nome della lotta al narcotraffico e alla repressione politica.
Prima di questa assegnazione, María Corina Machado era principalmente nota negli Stati Uniti, dove ha partecipato a eventi di rilievo come quelli dell’Americas Society/Council of Americas, un think tank fondato da David Rockefeller. Nel giugno 2025, durante un incontro, Machado ha descritto il Venezuela come una terra ricchissima di risorse, non solo petrolifere ma anche minerarie e agricole, che potrebbero essere sfruttate in modo massiccio in caso di rimozione del presidente Nicolás Maduro.
Un piano di liberalizzazione economica e alleanze internazionali
La leader venezuelana ha presentato un progetto di riforma economica basato su una rapida apertura agli investimenti esteri: secondo le sue dichiarazioni, entro 100 giorni dalla fine del governo attuale, il Paese potrebbe offrire condizioni senza precedenti agli investitori stranieri, in un piano di privatizzazione di stampo ultraliberista.
Nel 2020, il suo partito, Vente Venezuela, ha stretto un accordo strategico con il partito israeliano Likud. Machado ha inoltre manifestato in diverse occasioni posizioni di forte alleanza con Israele, arrivando a dichiarare, in un’intervista televisiva nel 2024, che avrebbe trasferito l’ambasciata venezuelana a Gerusalemme in caso di vittoria elettorale. Nel 2018, inoltre, aveva scritto una lettera ufficiale a Netanyahu, chiedendo un intervento diretto contro il governo venezuelano.
Le mosse diplomatiche e politiche di María Corina Machado si inseriscono quindi in un quadro più ampio di influenza internazionale, che vede la sua figura come ambasciatrice di un cambiamento radicale nel panorama politico ed economico del Venezuela, sostenuto da potenze esterne con interessi strategici nella regione.






