Caracas, 12 agosto 2025 – In un clima di crescente tensione diplomatica, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha lanciato un duro avvertimento agli Stati Uniti, esortandoli a non interferire negli affari interni del Venezuela. La sua dichiarazione, trasmessa in diretta su canali televisivi e social network, è arrivata dopo l’annuncio da parte di Washington di aver aumentato a 50 milioni di dollari la taglia per la sua cattura, un’iniziativa che Caracas interpreta come un atto ostile diretto contro la sovranità nazionale.
Maduro risponde agli Stati Uniti: “Lasciateci stare o sarà l’inizio della vostra fine”
Il presidente venezuelano ha definito gli Stati Uniti come “imperialisti” e ha messo in guardia contro ogni tentativo di intervento militare o destabilizzazione. La mossa di Washington, che offre una ricompensa per informazioni che portino all’arresto di Maduro, è collegata alle accuse statunitensi di narcotraffico contro il leader venezuelano, ritenuto a capo di un presunto cartello chiamato “El Cartel de los Soles”. Non solo Maduro, ma anche il ministro dell’Interno Diosdado Cabello e il responsabile della Difesa, Vladimir Padrino, sono oggetto di taglie da 25 milioni di dollari ciascuno.
Gli Stati Uniti annunciano nuove misure per aumentare la pressione su Caracas
Parallelamente alla ricompensa, il vice segretario di Stato americano Christopher Landau ha anticipato l’imminente annuncio di ulteriori azioni volte a intensificare la pressione sul regime di Maduro. Intervistato nel podcast “Triggered” da Donald Trump Jr., Landau ha sottolineato che il cambiamento politico in Venezuela deve provenire dal popolo venezuelano stesso, evitando interventi diretti da parte degli Stati Uniti, citando i precedenti in Iraq e Afghanistan come esempi di insuccesso di tali strategie.
Landau ha inoltre sottolineato che l’aumento della taglia a 50 milioni di dollari vuole essere un segnale chiaro della posizione di Washington, ma ha rimarcato che la libertà conquistata deve essere anche apprezzata e sostenuta dagli stessi venezuelani.
Questa escalation delle tensioni si inserisce in un contesto di crisi economica e politica profonda in Venezuela, dove il governo di Maduro, in carica dal 2013 dopo la morte di Hugo Chávez, è accusato da vari osservatori internazionali di dirigere un regime autoritario e di essere coinvolto in attività illecite di narcotraffico, mentre il paese soffre di iperinflazione, povertà e repressione politica.






