Caracas, 5 settembre 2025 – Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha rilasciato dichiarazioni di forte impatto sul futuro delle relazioni con gli Stati Uniti, in risposta alle tensioni crescenti tra i due Paesi. Durante l’evento di Attivazione dell’Unità comunale della milizia, trasmesso dalla televisione statale Vtv, Maduro ha sottolineato che il Venezuela è pronto a entrare in una fase di lotta armata qualora venga aggredito militarmente dagli Stati Uniti.
La minaccia di Maduro e la risposta agli Stati Uniti
Maduro ha chiarito che la risposta venezuelana sarà «pianificata e organizzata da tutto il popolo per difendere la sovranità e l’integrità territoriale». Il presidente ha rivolto un appello a Washington affinché abbandoni la cosiddetta politica di cambio di governo (regime change) in America Latina e nei Caraibi, invitando il presidente statunitense a rispettare l’indipendenza del Venezuela. Ha inoltre respinto con forza le accuse di narcotraffico mosse dagli Stati Uniti, affermando che il Venezuela «non produce né coca né cocaina» e ha citato i progressi nel contrasto alla droga riconosciuti da organismi internazionali.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare nel Mar dei Caraibi, dispiegando una flotta con l’obiettivo di combattere il narcotraffico, mossa percepita da Caracas come una minaccia diretta.
Maduro: “Le differenze con gli USA non giustificano un conflitto”
Nonostante l’escalation retorica, Maduro ha anche affermato che «nessuna delle differenze che abbiamo o abbiamo avuto con gli Stati Uniti può giustificare un conflitto militare». Questo messaggio è stato diffuso in risposta alle dichiarazioni dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che aveva minacciato di abbattere jet venezuelani qualora rappresentassero una minaccia alle forze statunitensi. Maduro ha sottolineato che non vi è alcuna giustificazione per un conflitto armato, ribadendo la volontà di evitare uno scontro diretto.
La tensione tra Caracas e Washington si inserisce in un contesto già complesso, aggravato dall’intensificarsi delle sanzioni economiche statunitensi e dall’accusa, rilanciata recentemente, di narcotraffico contro Maduro, con una taglia di 25 milioni di dollari offerta dagli Stati Uniti per la sua cattura. Il governo venezuelano ha definito tali misure come «propaganda politica» e «strumenti per distrarre l’opinione pubblica».






