Buenos Aires, 2 settembre 2025 – Pina Gallà, 94 anni, originaria di San Mauro Castelverde in provincia di Palermo, rappresenta una delle figure più emblematiche delle Madres de Plaza de Mayo, il movimento nato durante la dittatura argentina per chiedere verità e giustizia per i desaparecidos, i 30mila oppositori politici scomparsi tra il 1976 e il 1983. Dal 1977, anno in cui le venne rapito il figlio Vincenzo, non ha mai smesso di manifestare nella celebre piazza di Buenos Aires, simbolo della resistenza contro le violenze del regime militare.
La storia di Pina Gallà e la lotta per Vincenzo

Pina Gallà ricorda con lucidità l’ultima volta che vide suo figlio Vincenzo Fiore, operaio alla Peugeot e militante socialista, rapito da un gruppo paramilitare nel settembre del 1977. “Erano una decina, in abiti civili, vennero a prenderlo a casa mia. Mi salutò con la mano in mezzo alla strada, da allora non seppi più nulla”, racconta. Arrivata dall’Italia nel 1952 con la famiglia, Pina ha vissuto il trauma della scomparsa del figlio che aveva solo 27 anni. Da quel momento ha denunciato presso la polizia e l’ambasciata italiana, ma ogni tentativo di ottenere informazioni è rimasto vano. “Potevano salvarlo, ma rimasero in silenzio”, sottolinea con amarezza.
La sua presenza costante a Plaza de Mayo, dove ogni giovedì le Madres si radunano davanti alla Casa Rosada, è un atto di resistenza e memoria. Qui, sotto il cielo di Buenos Aires, scandiscono i nomi dei desaparecidos e chiedono l’apertura degli archivi di Stato per fare luce su quegli anni bui. Pina conserva ancora i vestiti e la fotografia di Vincenzo e continua a sperare di sapere dove sia stato sepolto. Una donna le indicò una fossa comune nel cimitero di Quilmes, ma la verità resta nascosta.
Plaza de Mayo, simbolo di memoria e resistenza
La Plaza de Mayo è il cuore politico e storico di Buenos Aires, teatro di momenti cruciali della storia argentina, dalla Rivoluzione di Maggio del 1810 fino alle proteste contemporanee. Dal 1977, ogni giovedì, le Madres de Plaza de Mayo marciano in questa piazza con i loro fazzoletti bianchi, simbolo di lutto e speranza, per chiedere giustizia per i figli scomparsi durante la dittatura. Nonostante la repressione violenta, che ha portato alla morte di alcune delle fondatrici, il movimento continua a rappresentare una voce significativa nel panorama dei diritti umani.
Il recente contesto politico argentino vede anche tensioni legate al presidente Milei, contro cui si sono levati cori di protesta durante le manifestazioni. Pina Gallà, però, preferisce non commentare direttamente il presidente in carica e si dichiara vicina a Cristina Kirchner, ex presidente ora agli arresti domiciliari, che ha ricevuto un invito a partecipare alle manifestazioni.
La memoria della dittatura argentina rimane viva anche attraverso il lavoro di ricercatori come Alberto Todaro, che ha dedicato il suo dottorato di ricerca alla storia dei desaparecidos siciliani in Argentina, tra cui Vincenzo Fiore di cui ha raccolto testimonianze e vissuto momenti toccanti con i familiari e gli amici. Todaro ha sottolineato l’importanza di non dimenticare, affinché quegli orrori non si ripetano mai più.
A quasi 50 anni dagli eventi, la lotta delle Madres de Plaza de Mayo continua a farsi sentire, incarnata nella determinazione di donne come Pina Gallà che portano avanti con coraggio la ricerca di verità e giustizia per le vittime della repressione.
Fonte: Fabrizio Rostelli - Desaparecidos, Pina Gallà a 94 anni a Plaza de Mayo: "Verità per mio figlio"






