Antananarivo, 9 ottobre 2025 – Nuove proteste antigovernative hanno coinvolto almeno mille manifestanti nella capitale del Madagascar, Antananarivo. Le manifestazioni, caratterizzate da tensioni crescenti, hanno visto l’intervento delle forze dell’ordine che hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere i partecipanti. Dietro a queste mobilitazioni c’è il movimento giovanile della Generazione Z, che da due settimane guida le azioni di protesta nel Paese africano.
Proteste in Madagascar e repressione nella capitale
I manifestanti si sono radunati nei pressi del lago Anosy, da dove sono partiti in marcia verso i giardini di Ambohijatovo, un’area nel centro di Antananarivo conosciuta come Piazza della Democrazia. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e ha proceduto all’arresto di alcuni partecipanti, nel tentativo di sedare le manifestazioni che si stanno susseguendo da metà settembre. Le proteste sono nate a seguito delle persistenti interruzioni di energia elettrica e acqua nel Paese, ma si sono rapidamente trasformate in richieste di dimissioni del presidente Andry Rajoelina, che ha replicato contestando il bilancio delle Nazioni Unite relativo alle vittime degli scontri.
L’ufficio dell’Onu per i diritti umani, infatti, ha riferito un bilancio di almeno 22 morti e oltre 100 feriti nei primi giorni di protesta. Il presidente Rajoelina ha tuttavia dichiarato che i decessi confermati sono 12, definendo i deceduti “saccheggiatori e vandali”.
La Generazione Z e la protesta diffusa
Le manifestazioni non si limitano alla capitale. Martedì scorso, studenti universitari e civili si sono uniti alle proteste in diverse città, tra cui Antsiranana, nel nord del Madagascar. Gli studenti dell’Università di Antsiranana (UNA) hanno espresso in modo pacifico e ritmico la loro frustrazione per le condizioni precarie di vita, chiedendo tra l’altro le dimissioni del presidente Rajoelina e il reintegro del sindaco eletto di Diégo, Jean Luc Djaovozara.
Il movimento è guidato da giovani della Generazione Z, la prima generazione pienamente cresciuta nell’era digitale, dotata di una forte consapevolezza sociale e di una spiccata capacità di mobilitazione attraverso i canali digitali. Questi giovani manifestanti reclamano un miglioramento nelle infrastrutture di base e un governo più rispondente ai bisogni della popolazione.
Il presidente Rajoelina, in carica dal dicembre 2023, ha cercato di placare le tensioni nominando un nuovo primo ministro e invitando al dialogo, ma le proteste continuano a manifestarsi con forza, sottolineando la distanza tra le richieste della popolazione e le risposte del governo.






