Antananarivo, 13 ottobre 2025 – La Repubblica del Madagascar è attraversata da una crisi politica senza precedenti: il presidente Andry Rajoelina ha lasciato il Paese nel pieno di una grave ondata di proteste e tensioni militari. La notizia, riportata dall’agenzia Reuters e confermata da fonti ufficiali dell’opposizione, segna un momento cruciale per l’isola africana, già da tempo teatro di instabilità politica e sociale.
Madagascar: il presidente Rajoelina è fuggito
Secondo quanto riferito dal capo dell’opposizione parlamentare, Siteny Randrianasoloniaiko, il presidente Rajoelina è fuggito domenica scorsa dopo che alcune unità dell’esercito hanno disertato e si sono unite ai manifestanti. Fonti militari hanno aggiunto che il presidente è stato evacuato a bordo di un aereo militare francese decollato dall’aeroporto di Sainte Marie, in un’operazione che avrebbe visto la collaborazione del governo francese guidato da Emmanuel Macron. Al momento non è noto il luogo esatto in cui si trovi Rajoelina.
L’ufficio presidenziale non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, nonostante fosse previsto un discorso alla nazione nel tardo pomeriggio di oggi. Il quadro è reso ancora più complicato dalle recenti informazioni secondo cui l’ex primo ministro Christian Louis Ntsay e altri esponenti politici si trovano su un jet privato nelle Mauritius, suscitando critiche da parte delle autorità locali per l’atterraggio non autorizzato.
Proteste di massa e presa di controllo da parte dei militari
Le manifestazioni sono iniziate il 25 settembre, inizialmente per protestare contro la carenza di acqua ed elettricità, ma sono rapidamente sfociate in una rivolta contro la corruzione e la cattiva gestione delle risorse pubbliche. I giovani della cosiddetta “Generazione Z” sono in prima linea nelle proteste, sostenuti da parte delle forze armate, in particolare dall’unità d’élite CAPSAT, che ha annunciato di aver preso il controllo dell’esercito dopo due settimane di disordini.
Il colonnello Michaël Randrianirina, comandante del CAPSAT, ha dichiarato che non si tratta di un colpo di Stato ma di una risposta alle richieste del popolo malgascio, sottolineando che “il potere appartiene al popolo” e che in assenza di Rajoelina nessuno detiene ancora il controllo pieno dello Stato. Nel frattempo, il presidente del Senato Richard Ravalomanana è stato sollevato dall’incarico, mentre il ministro della Difesa ha nominato un nuovo capo di Stato maggiore, Demosthenes Pikulas, schierato con i manifestanti.
La situazione a Antananarivo resta tesa, con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno causato la morte di almeno due persone, tra cui un giornalista. Il coprifuoco è stato reintrodotto e diversi voli sono stati cancellati, mentre l’Unione Africana ha invitato le parti a sedersi al tavolo delle trattative per evitare un ulteriore deterioramento della crisi.
Il Madagascar, una repubblica semipresidenziale con una popolazione di oltre 28 milioni di abitanti, si trova così nuovamente al centro di un’instabilità politica che mette a rischio la fragile democrazia e la stabilità sociale dell’isola.






