“È inammissibile che un presidente di un altro Paese commenti le decisioni di una Corte Suprema. Gli Stati Uniti devono imparare a rispettare le istituzioni straniere.”
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha recentemente espresso un forte dissenso nei confronti delle critiche provenienti dagli Stati Uniti riguardo al processo legale che coinvolge l’ex presidente Jair Bolsonaro. Durante una conferenza stampa tenutasi a Brasilia il 3 giugno, Lula ha definito “inaccettabile” ogni tentativo di ingerenza da parte di governi esteri nelle decisioni della Corte Suprema brasiliana, sottolineando l’importanza del rispetto per le istituzioni nazionali.
Le dichiarazioni della Casa Bianca
L’episodio è emerso in seguito alle dichiarazioni della Casa Bianca, che ha sollevato preoccupazioni circa il trattamento riservato a Bolsonaro, accusato di tentato colpo di stato. Lula ha risposto con fermezza: “È inammissibile che un presidente di un altro Paese commenti le decisioni di una Corte Suprema. Gli Stati Uniti devono imparare a rispettare le istituzioni straniere”.
Sostegno al giudice de Moraes
Il presidente Lula ha anche espresso pieno sostegno al giudice Alexandre de Moraes, relatore del processo contro Bolsonaro, sottolineando come il giudice sia stato oggetto di attacchi non solo da parte dell’ex presidente, ma anche da parte di alcuni politici brasiliani, tra cui il deputato Eduardo Bolsonaro, attualmente negli Stati Uniti. Lula ha accusato Eduardo di cercare alleanze con esponenti repubblicani per influenzare le decisioni legali in Brasile, definendo la richiesta di intervento straniero come “una pratica antipatriottica e terroristica”.
Le sfide per Lula e la sovranità brasiliana
Questo episodio evidenzia non solo le divisioni interne al Brasile, ma anche le sfide più ampie che Lula affronta nel suo tentativo di ripristinare la credibilità internazionale del Brasile. Le critiche statunitensi sono viste da Lula come un tentativo di minare la sovranità brasiliana, un tema che risuona fortemente nella politica latinoamericana, dove la questione dell’ingerenza estera è storicamente sensibile.