Nel contesto delle tensioni internazionali che continuano a segnare la crisi tra Russia e Ucraina, emergono nuovi sviluppi riguardanti la mediazione statunitense e le iniziative diplomatiche in corso. Al centro dell’attenzione vi sono le complesse dinamiche attorno al cosiddetto piano di pace in 28 punti, un progetto che si è elaborato attraverso canali non convenzionali, con figure chiave come Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti nominato dal presidente Donald Trump, e Jurij Ushakov, consigliere del presidente russo Vladimir Putin.
Il ruolo di Steve Witkoff nei negoziati di pace
Steve Witkoff, imprenditore e diplomatico statunitense, è stato protagonista di colloqui riservati con rappresentanti russi, tra cui Ushakov e Kirill Dmitriev, capo del Russian Direct Investment Fund. La base originale del piano di pace, emersa da un documento russo, sarebbe stata “suggerita” da Washington nella speranza di giungere a una tregua duratura. La telefonata iniziale risale al 14 ottobre 2025 e ha dato il via a questa iniziativa, che riprende elementi di precedenti accordi, come quello di Gaza.
Parallelamente, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha offerto Minsk come sede per la ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina, sottolineando la disponibilità del suo paese a fare da mediatore qualora le parti lo desiderino.
Aggiornamenti militari
La difesa aerea russa ha comunicato di aver neutralizzato 118 droni ucraini nel corso della notte, secondo quanto riportato in un comunicato ufficiale diffuso dal ministero della Difesa. La nota precisa che la regione di Belgorod è stata la più colpita, con 52 droni intercettati e distrutti.
Il documento prosegue indicando che 26 droni sono stati abbattuti nella regione di Kursk, mentre altri 18 sono stati neutralizzati nello oblast di Samara. Le operazioni di difesa hanno inoltre portato all’intercettazione di sei droni ciascuno nel Territorio di Krasnodar e nella regione di Bryansk, confermando una diffusione degli attacchi su più aree del Paese.
A questi si aggiungono due droni abbattuti rispettivamente nelle regioni di Voronezh, Lipetsk e Orenburg, mentre un singolo drone è stato intercettato nelle regioni di Volgograd, Tula e Rostov. Un ulteriore velivolo senza pilota è stato distrutto sopra il Mar Nero, completando così un quadro operativo particolarmente intenso per le difese russe.
Dal canto suo, l’Ucraina è stata oggetto di un intenso attacco da parte delle forze russe che hanno lanciato 142 droni di vari modelli su diverse aree del Paese. Lo rende noto l’Aeronautica ucraina attraverso un comunicato pubblicato sul canale Telegram ufficiale, sottolineando che le difese antiaeree ucraine sono riuscite a intercettare e abbattere ben 92 droni nemici, inclusi modelli Shahed, Gerbera e altri tipi, operanti nelle regioni settentrionali, meridionali e orientali dell’Ucraina.
Secondo il rapporto, durante l’incursione, 42 droni d’attacco hanno colpito 18 località strategiche, causando danni diretti. Oltre agli impatti delle esplosioni, sono stati segnalati anche la caduta di frammenti di droni abbattuti in almeno tre località, aumentando i rischi per la popolazione civile e le infrastrutture. L’azione di difesa è risultata efficace, ma ha evidenziato ancora una volta l’intensità e la frequenza delle operazioni di guerra condotte tramite aeromobili a pilotaggio remoto, o droni, nel conflitto in corso.
