Bruxelles, 12 dicembre 2025 – L’Unione europea ha dato il via libera definitivo al blocco indeterminato degli asset russi, una misura che segna un ulteriore inasprimento delle sanzioni contro Mosca nell’ambito della guerra in Ucraina, giunta al suo 1.387° giorno. La decisione è stata approvata con 25 voti favorevoli e 2 contrari, attraverso la procedura scritta che ha consentito di superare il veto tradizionale di alcuni Stati membri. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sostenuto: “Un segnale forte a Mosca”.

Il sostegno europeo a Kiev e la posizione di Italia, Belgio, Bulgaria e Malta
Italia, Belgio, Bulgaria e Malta si sono schierati a favore del congelamento a tempo indefinito dei beni sovrani russi bloccati nell’Unione europea, ma hanno voluto precisare che il voto non determina in alcun modo l’utilizzo di tali asset, una decisione che dovrà essere adottata esclusivamente a livello dei leader europei. Secondo il documento congiunto allegato al verbale della procedura di voto, i quattro Paesi hanno sottolineato che il ricorso all’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che consente il blocco senza scadenza, comporta implicazioni giuridiche e finanziarie che vanno oltre il caso specifico. Per questo motivo, avrebbero auspicato una discussione preventiva in sede di Consiglio europeo.
Nel loro comunicato, i quattro Stati hanno anche invitato la Commissione e il Consiglio a proseguire l’esplorazione di opzioni alternative conformi al diritto internazionale e dell’UE, che possano garantire un sostegno finanziario stabile e prevedibile all’Ucraina, come strumenti di prestito o soluzioni ponte, prima che l’eventuale impiego degli asset congelati entri in vigore.
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha confermato l’impegno assunto a ottobre dai leader UE di mantenere il congelamento fino a quando la Russia non ponga fine alla guerra e non risarcisca i danni causati. Costa ha indicato come prossimo obiettivo la pianificazione del sostegno finanziario all’Ucraina per il biennio 2026-2027.
Von der Leyen: “Un segnale forte alla Russia”. E il ruolo dell’Italia?
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha commentato la decisione definendola un segnale forte a Mosca: «Finché questa brutale guerra di aggressione continuerà, i costi per la Russia aumenteranno». Von der Leyen ha evidenziato che la misura costituisce anche un messaggio di sostegno al coraggioso popolo ucraino, affinché sia rafforzato sia sul campo di battaglia sia nelle trattative di pace.
L’Italia, rappresentata dalla premier Giorgia Meloni, sarà protagonista lunedì prossimo a Berlino, dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontrerà i leader europei e della Nato per fare il punto sui negoziati di pace e sul sostegno all’Ucraina. Nel corso di una recente videoconferenza con la coalizione dei “volenterosi”, Meloni ha ribadito l’importanza di mantenere saldo il legame transatlantico tra Stati Uniti e Unione europea come presupposto per una pace duratura. Sul tavolo dei leader a Berlino e nel Consiglio europeo di Bruxelles del 18-19 dicembre tornerà il tema dell’utilizzo degli asset congelati come garanzia per nuovi finanziamenti a Kiev.
Il premier belga Bart De Wever ha definito «un’impresa ardua ma possibile» l’ipotesi di impiegare i beni russi congelati per sostenere l’Ucraina, sottolineando la necessità di una coordinazione efficace tra alleati e ricordando che l’UE detiene circa 190 miliardi di euro in asset russi bloccati, a fronte degli 8 miliardi immobilizzati dal Regno Unito.
Nel frattempo, l’Ucraina prosegue la sua strategia di colpire duramente le infrastrutture energetiche russe, come l’attacco a una delle maggiori raffinerie nella regione di Yaroslavl, con l’obiettivo di indebolire il potenziale militare di Mosca. La guerra del gas, entrata nel suo quarto inverno, rappresenta un fronte critico della controffensiva ucraina, che cerca di limitare le risorse energetiche e finanziarie del nemico.
La decisione europea di congelare gli asset di Mosca in modo indefinito si inserisce quindi in un contesto di crescente pressione internazionale contro la Russia, finalizzata a sostenere Kiev nel conflitto e a preparare le condizioni per un futuro negoziato di pace.






