Los Angeles, 11 giugno 2025 – Nel centro di Los Angeles, durante la serata di ieri, sono stati effettuati numerosi arresti di massa a seguito delle manifestazioni che hanno visto un alto numero di persone radunarsi nonostante il coprifuoco imposto dalle autorità. A darne notizia è stato il Dipartimento di Polizia di Los Angeles (LAPD) attraverso una serie di comunicazioni ufficiali pubblicate sulla piattaforma X, l’ex Twitter.
Arresti di massa nel centro di Los Angeles
Secondo quanto riportato dal Dipartimento di Polizia, decine di manifestanti sono stati arrestati mentre si trovavano sulla First Street, tra Spring e Alameda, una zona designata per il rispetto del coprifuoco notturno in vigore dalle 20 alle 6 ora locale. Nonostante l’ordinanza, diversi gruppi di persone hanno continuato a radunarsi, determinando così l’avvio delle operazioni di contenimento da parte delle forze dell’ordine.
In un messaggio diramato dagli agenti si legge chiaramente che questi gruppi “vengono presi di mira e sono iniziati arresti di massa”, mentre un successivo post conferma che “decine di arresti sono stati effettuati” a causa del mancato rispetto del divieto di assembramento, definito “illegale” dalle autorità.
La situazione si inserisce in un contesto di tensione crescente all’interno della città, che ha visto nei giorni scorsi un aumento dei controlli e delle misure di sicurezza con l’obiettivo di prevenire vandalismi e saccheggi, come confermato anche dalla sindaca di Los Angeles, Karen Bass. La Bass ha annunciato l’introduzione del coprifuoco e ha dichiarato lo stato di emergenza locale, sottolineando che le forze dell’ordine puniranno duramente chiunque si renda responsabile di violenze e atti di vandalismo.
Contesto e interventi delle autorità
Le proteste, che hanno coinvolto diverse centinaia di cittadini, sono principalmente reazioni contro le politiche di immigrazione e le retate condotte nei confronti di migranti irregolari nelle strade della città. La tensione è aumentata ulteriormente con l’arrivo di migliaia di militari della Guardia Nazionale e marines inviati per supportare le forze locali, in una mobilitazione che potrebbe durare almeno due mesi, come disposto dal presidente degli Stati Uniti.
Il presidente ha inoltre annunciato la possibilità di invocare l’Insurrection Act, una legge federale che consente l’uso delle forze armate per sedare rivolte e disordini civili. L’intervento militare è stato giustificato come risposta necessaria a fronte di episodi di violenza e disordini che hanno coinvolto alcuni manifestanti, accusati di essere “rivoltosi pagati” e di utilizzare violenza contro le forze dell’ordine.
Sul fronte delle autorità locali, la sindaca Bass si è detta determinata a isolare le frange violente tra i manifestanti e ha chiesto il ritiro delle forze federali, accusandole di aver provocato un aumento del caos in città. Allo stesso tempo, ha ribadito che “vandali e saccheggiatori saranno puniti” e che la polizia continuerà a intervenire per garantire la sicurezza pubblica.
Le tensioni si riflettono anche nelle altre città della California e in diversi Stati americani, dove si sono registrate manifestazioni di solidarietà e proteste contro le politiche migratorie federali. Alcuni governatori, come quello del Texas, hanno espresso fermezza nel mantenere l’ordine, annunciando arresti e controlli stringenti.
In sintesi, la città di Los Angeles è attualmente al centro di una crisi sociale e politica, con arresti di massa e un significativo dispiegamento di forze dell’ordine e militari per contenere le proteste nate nel contesto delle tensioni sull’immigrazione. Le autorità locali e federali continuano a gestire una situazione complessa, con un alto rischio di ulteriori sviluppi nei prossimi giorni.