L’agenzia delle Nazioni Unite ha fermamente respinto il piano israele di modificare l’ingresso e la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Il piano propone una nuova modalità di distribuzione che coinvolge appaltatori di sicurezza privati e organizza la distribuzione su base individuale, lasciando l’Idf responsabile della sicurezza esterna. Israele ha bloccato i valichi dal 2 marzo, limitando l’accesso agli aiuti.
L’agenzia delle Nazioni Unite, responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari a Gaza, ha ufficialmente respinto il piano presentato da Israele per la distribuzione degli aiuti nella Striscia. Questa decisione, comunicata attraverso i media locali, mette in evidenza le tensioni persistenti nella regione e le complessità legate alla crisi umanitaria in corso.
Il piano di distribuzione degli aiuti
Il piano israeliano, trapelato venerdì, prevede un cambiamento radicale nella modalità di distribuzione degli aiuti. Invece della tradizionale distribuzione all’ingrosso, Israele propone che organizzazioni internazionali e appaltatori di sicurezza privati si occupino di consegnare il cibo direttamente alle famiglie. Ogni famiglia dovrà essere rappresentata da un solo membro, il quale sarà sottoposto a controlli da parte delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) prima di accedere ai punti di distribuzione. Questa operazione si svolgerebbe dopo l’evacuazione della popolazione del nord e del centro della Striscia, che sarebbe trasferita nella zona compresa tra i corridoi Morag e Filadelfia.
Preoccupazioni delle Nazioni Unite
Il governo israeliano giustifica questa proposta affermando che il nuovo metodo ridurrebbe le possibilità per Hamas di dirottare gli aiuti umanitari a favore dei suoi miliziani. Tuttavia, le Nazioni Unite hanno espresso serie preoccupazioni riguardo alle implicazioni di tale approccio, evidenziando che potrebbe ostacolare l’efficacia degli aiuti e mettere a rischio le vite di molti civili.
Situazione emergenziale a Gaza
Dal 2 marzo, Israele ha chiuso i suoi valichi, bloccando l’ingresso di camion carichi di aiuti, creando una situazione di emergenza per la popolazione gazaiana, già provata da anni di conflitto e blocchi. Le organizzazioni umanitarie avvertono che la mancanza di accesso agli approvvigionamenti essenziali, come cibo e medicinali, potrebbe portare a una catastrofe umanitaria di proporzioni inimmaginabili.
Questo scenario complesso richiede una risposta coordinata e tempestiva da parte della comunità internazionale, che deve affrontare le sfide legate alla sicurezza e alla necessità di fornire assistenza umanitaria a milioni di persone in difficoltà. La questione rimane delicata e le conseguenze delle decisioni adottate continueranno a influenzare la vita quotidiana dei cittadini di Gaza.






