Roma, 19 giugno 2025 – L’Iran rilancia la minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, un passaggio marittimo strategico attraverso il quale transita circa il 30% del petrolio mondiale. La dichiarazione arriva da un membro del Parlamento iraniano, che ha avvertito gli avversari della Repubblica Islamica di non sottovalutare la fermezza di Teheran nel rispondere a eventuali minacce contro la propria sovranità nazionale. Le possibili ritorsioni, ha precisato, saranno decise “di volta in volta”.
L’importanza dello Stretto di Hormuz per l’Iran
Lo Stretto di Hormuz è un braccio di mare lungo circa 60 chilometri e largo 30, che collega il Golfo Persico al Golfo di Oman e, più in generale, al Mar Arabico. Questa via d’acqua è fondamentale per il commercio globale di petrolio e gas naturale liquefatto (GNL): ogni giorno vi transitano oltre 20 milioni di barili di greggio, equivalenti a circa un quinto del consumo mondiale di petrolio. La sua importanza strategica è tale che ogni tentativo di bloccare il passaggio avrebbe ripercussioni immediate sui mercati energetici globali, con un possibile aumento dei prezzi fino a 150 dollari al barile, secondo alcune previsioni di mercato.
L’area è teatro di una costante tensione geopolitica, con l’Iran che controlla la costa settentrionale dello stretto, affiancato da Oman e Emirati Arabi Uniti sul lato meridionale. Teheran ha consolidato la sua presenza militare lungo questa rotta, con 13 basi militari e sistemi missilistici posizionati sulle isole contese di Tunb e Abu Masa, per affermare un controllo strategico e deterrente.
Le tensioni regionali e le ripercussioni globali
Le recenti ostilità nel conflitto israelo-palestinese hanno esacerbato le tensioni tra Teheran e Tel Aviv, aumentando il rischio di un’escalation regionale. L’Iran, sostenitore di gruppi come Hamas e Hezbollah, ha più volte minacciato di chiudere lo Stretto di Hormuz come risposta a eventuali attacchi, in particolare da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.
Questa zona è da tempo un punto caldo, con numerosi episodi di interruzioni e attacchi a petroliere e navi mercantili, tra cui sequestri e scontri tra la Marina iraniana e le flotte occidentali. La Quinta Flotta americana, dislocata nel Golfo Persico, sorveglia costantemente la navigazione per garantire il libero transito, essenziale per la stabilità economica globale.
La chiusura dello stretto, sebbene al momento considerata improbabile, rappresenta uno strumento di pressione economica e politica potentissimo nelle mani di Teheran. Il suo utilizzo potrebbe scatenare una crisi energetica mondiale, con effetti a catena sull’inflazione globale e sulle forniture di energia, soprattutto per Paesi fortemente dipendenti dalle importazioni di petrolio e gas dall’area.






