Londra, 20 giugno 2025 – In un momento di forte tensione nel Medio Oriente, l’Iran si dichiara disponibile a negoziare limitazioni ai programmi di arricchimento dell’uranio a uso civile, ma rigetta con fermezza qualsiasi proposta che imponga “l’arricchimento zero“, in particolare dopo l’escalation militare con Israele. Lo riferisce la Reuters, citando una fonte diplomatica di Teheran a margine dei colloqui in corso a Ginevra con la Francia, la Germania e il Regno Unito.
Iran apre a negoziati ma esclude l’arricchimento zero
Secondo la fonte diplomatica iraniana, il dialogo con i Paesi europei del gruppo E3 è considerato cruciale, soprattutto alla luce del rifiuto di Teheran di intrattenere negoziati diretti con gli Stati Uniti in una fase di minaccia bellica così acuta. “La situazione è cambiata, l’Europa deve accelerare”, ha sottolineato la fonte, evidenziando il bisogno di una mediazione più rapida per evitare un’escalation ulteriore.
Nonostante ciò, l’Iran ha chiarito ai mediatori provenienti da Qatar e Oman che non è disponibile a negoziare un cessate il fuoco mentre è sotto attacco israeliano, come riportato da Reuters. Gli iraniani intendono infatti avviare “negoziati seri” solo dopo aver completato la loro risposta militare agli attacchi di Israele.
L’Isis sulla guerra Israele-Iran: “Sono entrambi nemici dell’Islam”
Mentre il conflitto tra Israele e Iran infuria, lo Stato islamico è tornato a far sentire la propria voce, definendo entrambi i Paesi “nemici dell’Islam” in un editoriale pubblicato sull’ultimo numero della sua rivista ufficiale, an-Naba. Il messaggio è diretto e carico di retorica settaria: l’Isis definisce sia gli israeliani, indicati genericamente come “ebrei”, sia gli iraniani, descritti con il termine dispregiativo “rawafida” (usato in ambito sunnita per indicare gli sciiti), come “nemici dei musulmani”.
Nel testo, il gruppo jihadista afferma che “gli ebrei e i rawafida sono miscredenti, nemici dei musulmani. Si sono alleati e hanno cospirato insieme ai Crociati (gli occidentali) per farci guerra ieri”. La narrazione si inserisce nella tradizionale retorica dell’Isis che vede un fronte unico tra sciiti, ebrei e potenze occidentali contro il vero Islam, rappresentato a loro dire dal sunnismo jihadista.
“Una guerra tra nemici: i sunniti ne traggono beneficio”
Secondo l’Isis, le tensioni tra Israele e Iran rappresenterebbero una forma di giustizia divina: “Dio ha causato dissensione tra i loro cuori e ha complottato contro di loro. Così la guerra tra loro è scoppiata, e nella misura in cui si intensifica, i musulmani (sunniti) guadagnano e traggono profitto”. Una visione strumentale del conflitto, che viene presentato come un’opportunità per il jihadismo sunnita di rafforzarsi, mentre i suoi nemici si logorano tra loro.
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