Lo annunciano fonti mediche, il governo della Libia: “Situazione sotto controllo a Tripoli dopo gli scontri”. La notte scorsa è stato ucciso il capo di una milizia
Nella notte tra lunedì 12 e martedì 13 maggio, Tripoli, in Libia, è stata colpita da violenti scontri tra gruppi armati, che hanno portato a una tragica escalation di violenza. Il bilancio è di almeno sei morti e diversi feriti, come confermato dal Centro per la medicina d’emergenza della capitale libica. I corpi di sei persone sono stati ritrovati nei pressi di Abu Salim, un quartiere noto per la sua intensa attività militare. Gli scontri, caratterizzati dall’uso di armi pesanti, sono durati fino all’alba e sono scoppiati dopo la morte di Abdelghani “Gheniwa” el-Kikli, un influente leader di una milizia locale.
La morte di el-Kikli e le sue conseguenze
El-Kikli, a capo dell’apparato di supporto alla stabilità (Ssa), è stato ucciso in circostanze poco chiare. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato attirato in una riunione presso il quartier generale della 444esima Brigata da combattimento. La sua morte ha scatenato una reazione violenta tra le fazioni rivali, intensificando il caos in Libia in una situazione di sicurezza già fragile.
La risposta del governo di unità nazionale della Libia
Il governo di unità nazionale libico ha dichiarato di aver ripreso il controllo della situazione. Il ministero della Difesa della Libia ha affermato che l’area di Abu Salim è tornata sotto controllo, e il premier Abdelhamid Dbeibah ha espresso soddisfazione per l’operato delle forze di sicurezza coinvolte. Tuttavia, la tensione rimane palpabile, con notizie di almeno sei feriti tra combattenti e civili.
La precarietà della stabilità in Libia
Questo episodio evidenzia la precarietà della stabilità in Libia, un Paese che continua a lottare contro le divisioni interne e le rivalità tra milizie. La situazione è ulteriormente complicata da un contesto politico instabile, dove la lotta per il potere tra diverse fazioni ha generato un clima di insicurezza permanente. Le autorità locali stanno tentando di gestire una crisi che sembra non avere fine, mentre la popolazione vive nel timore di ulteriori violenze.






