Gli Stati Uniti e Israele stanno rafforzando la pressione sul Libano meridionale per modificare gli equilibri di potere nella regione, puntando a una demilitarizzazione dell’area e soprattutto al disarmo di Hezbollah, il potente movimento sciita libanese. A rivelarlo sono i media di Beirut, che citano fonti diplomatiche occidentali dopo la recente visita nel Paese dell’inviata americana Morgan Ortagus.
Libano: il piano per il disarmo di Hezbollah e zona cuscinetto al confine
Secondo quanto riportato dal quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, la proposta americana prevede la creazione di una “zona economica”, una sorta di area cuscinetto gestita da una forza internazionale incaricata di amministrare il territorio al confine con Israele. Questo modello mira a limitare l’influenza di Hezbollah, la quale attualmente detiene un significativo controllo militare e politico nel sud del Libano.
In seguito, è previsto l’istituzione di un comitato internazionale che sovrintenderà un organo tecnocratico libanese responsabile della gestione degli affari politici locali. Questa struttura amministrativa si ispira a un modello simile a quello discusso recentemente per la Striscia di Gaza, teatro di un conflitto tuttora aperto tra Israele e Hamas, con pesanti ripercussioni civili.
Contesto regionale e implicazioni
Il piano americano e israeliano arriva in un momento di forte tensione regionale, in cui la sicurezza lungo il confine libanese-israeliano resta precaria. Hezbollah, considerato da Washington e Tel Aviv un’organizzazione terroristica, ha nel tempo consolidato la sua forza militare, tanto da essere ritenuto più potente dell’esercito regolare libanese, oltre a mantenere un ruolo politico di primo piano all’interno del Paese dei Cedri.
L’ipotesi di una forza internazionale di interposizione e di un’amministrazione tecnica potrebbe rappresentare un tentativo di contenere le attività paramilitari di Hezbollah e di prevenire un’escalation militare che potrebbe coinvolgere tutta la regione mediorientale, già segnata dal conflitto tra Israele e Hamas a Gaza.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se la proposta potrà trovare accoglienza nel fragile assetto politico libanese e quali ripercussioni avrà sulla stabilità regionale.





