Crescono le tensioni in Libano tra i caschi blu dell’UNIFIL e la popolazione locale: ecco cosa sta accadendo
Aumentano le tensioni tra la missione di pace dell’ONU UNIFIL e la popolazione locale nel sud del Libano, una zona segnata da conflitti recenti e dalla persistente influenza di Hezbollah, il movimento sciita armato e partito politico. Questa mattina si sono verificati altri episodi di confronto tra i caschi blu, tra cui circa un migliaio di militari italiani, e gli abitanti della regione di Tiro.
Conflitti e incidenti in Libano
Secondo fonti locali di Beirut, due pattuglie di UNIFIL sono entrate in un’area rurale del Libano senza il supporto dell’esercito locale, suscitando la reazione degli abitanti. In un video diffuso sui social media, un residente di Hallusiye, a est di Tiro, ha schiaffeggiato un militare finlandese della missione, il quale, pur armato e in uniforme, ha mantenuto la calma senza rispondere. Questi episodi si inseriscono in un contesto di crescente malcontento nella popolazione locale, che si trova a vivere in territori ancora segnati dai bombardamenti israeliani e dalla presenza di Hezbollah.
Negli ultimi giorni, inoltre, si sono diffuse voci non confermate circa un possibile blocco da parte di Israele e Stati Uniti al rinnovo del mandato semestrale di UNIFIL, in scadenza ad agosto, presso il Consiglio di Sicurezza ONU.
Il ruolo strategico e le sfide della missione italiana UNIFIL
L’Italia guida attualmente la missione UNIFIL, che dal 1978 opera nel sud del Libano con l’obiettivo di monitorare la linea di confine tra Libano e Israele, nota come “linea blu”, e garantire la pace nella regione. Dopo il conflitto del 2006, la risoluzione ONU 1701 ha rafforzato il mandato della missione, includendo il disarmo di Hezbollah e il dispiegamento dell’esercito libanese nelle aree di competenza, anche se le tensioni con Israele rimangono alte per i continui bombardamenti contro presunti obiettivi Hezbollah.
Il generale Paolo Serra, che ha guidato la missione fino al 2022, ha sottolineato come UNIFIL rappresenti un impegno internazionale cruciale, con 12.000 militari provenienti da 37 nazioni. La missione non solo assicura il mantenimento della pace, ma supporta anche le forze armate libanesi nel rafforzamento della loro professionalità. Recentemente, la Brigata Sassari ha concluso il suo mandato nell’ambito dell’Operazione “Leonte XXXVI”, lasciando il posto alla Brigata Pozzuoli nel settore occidentale del Libano.
Tra le unità italiane più longeve figura anche la Task Force Italair, presente da 45 anni con elicotteri che garantiscono supporto medico, logistico e di sorveglianza quotidiano nelle zone operative. L’impegno italiano si conferma dunque centrale, nonostante le difficoltà di operare in un’area dove Hezbollah mantiene una forte influenza politica e militare, e dove le relazioni tra Libano e Israele restano particolarmente tese.