Parigi, 11 ottobre 2025 – In una riunione tenutasi oggi, l’Ufficio politico del partito Les Républicains ha deciso all’unanimità di non partecipare al governo guidato da Sébastien Lecornu, pur dichiarandosi disponibile a fornire un sostegno esterno, provvedimento per provvedimento. Il partito ha motivato tale scelta sottolineando la mancanza di fiducia e le condizioni politiche necessarie per una partecipazione diretta all’esecutivo in questa fase.
Les Républicains e il sostegno condizionato al governo Lecornu
I Républicains, partito di centro-destra francese guidato da Bruno Retailleau, hanno espresso un atteggiamento di responsabilità verso la crisi politico-istituzionale del Paese, dichiarando che “saranno responsabili e non artefici del caos”. La decisione è stata comunicata ufficialmente in una nota, precisando che il sostegno al governo sarà garantito “testo per testo”, in particolare sui provvedimenti legati al bilancio nazionale, materia che Lecornu ha indicato come prioritaria per assicurare stabilità economica alla Francia entro la fine dell’anno.
Nonostante la disponibilità a sostenere il governo, il partito conserva una posizione critica rispetto alla composizione e alla linea politica dell’esecutivo, come evidenziato dalle dichiarazioni di importanti esponenti come François-Xavier Bellamy e Mathieu Darnaud, che hanno ribadito la necessità di sostenere senza partecipare attivamente al governo.
Lecornu: un governo libero dai partiti e il difficile cammino verso la stabilità
Il primo ministro riconfermato, Sébastien Lecornu, ha sottolineato come questo governo debba essere “libero, cioè con sensibilità di parte, ma non imprigionato dai partiti”. Durante la sua prima visita ufficiale al commissariato di polizia di L’Haÿ-les-Roses, Lecornu ha inoltre assicurato che “tutti i dibattiti, anche sulla riforma delle pensioni, sono possibili purché si inseriscano in un quadro reale e realistico”.
La riconferma di Lecornu da parte del presidente Emmanuel Macron è avvenuta in un contesto politico estremamente teso, segnato da un parlamento frammentato e da forti divisioni tra le forze politiche. I Repubblicani, pur critici, si pongono come interlocutori esterni pronti a sostenere iniziative mirate a garantire la tenuta del bilancio e la governabilità del Paese. Tuttavia, la scelta di non entrare nel governo riflette una diffusa sfiducia verso un esecutivo percepito come troppo legato alle dinamiche interne di Macron e alle imminenti elezioni presidenziali del 2027.
Questa posizione segna una linea chiara tra il partito di centro-destra e l’attuale governo, evidenziando le difficoltà che la Francia continua ad affrontare nel trovare un equilibrio politico stabile in un periodo di forte incertezza istituzionale ed economica.






