Nel corso del suo intervento alla 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, la premier italiana Giorgia Meloni è stata piuttosto critica nei confronti dell’Onu, mettendone in evidenza i limiti e l’incapacità di far fronte a determinate situazioni.
Meloni: “La diplomazia e il dialogo sembrano aver perso terreno a favore dell’uso della forza”
“La situazione geopolitica attuale si presenta come un mosaico complesso, caratterizzato da conflitti e tensioni che sembrano moltiplicarsi in un contesto globale sempre più instabile. Secondo il Global Peace Index 2024, il numero di conflitti armati nel mondo ha raggiunto il livello più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, con ben 56 focolai di guerra attivi. Questo scenario ci costringe a riflettere sull’efficacia delle Nazioni Unite, create nel 1945 con l’intento di prevenire guerre e promuovere la pace”, ha esordito Meloni. “Tuttavia, a distanza di ottant’anni, ci troviamo a chiederci se l’architettura internazionale sia in grado di affrontare le sfide contemporanee. La risposta, purtroppo, è spesso negativa. La diplomazia e il dialogo sembrano aver perso terreno a favore dell’uso della forza, come dimostrano i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. La guerra d’aggressione della Russia contro l’Ucraina ha non solo violato il diritto internazionale, ma ha anche innescato una serie di crisi in altre regioni, evidenziando l’incapacità delle Nazioni Unite di mantenere la pace”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Il ruolo dell’Italia
“La recente escalation del conflitto tra Israele e Hamas ha ulteriormente messo in luce le fragilità di un sistema che fatica a garantire la sicurezza e i diritti umani”, ha osservato Meloni durante il suo discorso, durato 16 minuti. “La brutalità degli attacchi e le risposte militari sproporzionate hanno portato a una spirale di violenza che coinvolge civili innocenti, rendendo sempre più difficile la ricerca di soluzioni pacifiche. In questo contesto, l’Italia si propone come un attore attivo, cercando di promuovere un piano di pace che contempli il rilascio degli ostaggi e il riconoscimento della Palestina, ma sempre nel rispetto della legalità internazionale”, ha aggiunto la premier. “È evidente che la comunità internazionale deve unirsi per affrontare queste sfide, riformando le istituzioni esistenti e creando un nuovo modello di cooperazione che risponda alle esigenze del nostro tempo. Solo così potremo sperare di costruire un futuro più giusto e sicuro per tutti”, ha concluso Meloni.






