Roma, 21 luglio 2025 – Nel contesto dell’ottantesimo anniversario dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, si è svolta a Chicago una significativa assemblea che ha riunito esperti di sicurezza nucleare e Premi Nobel, i quali hanno lanciato un allarme sul crescente rischio di guerra nucleare alimentato dall’avanzamento tecnologico.
Allarme globale su intelligenza artificiale e disinformazione
Durante la prima Assemblea dei Premi Nobel per la Prevenzione della Guerra Nucleare, tenutasi dal 14 al 16 luglio nella città dell’Illinois, circa venti vincitori del Nobel e sessanta esperti internazionali hanno espresso preoccupazione per i “rischi gravi e senza precedenti posti dall’intelligenza artificiale e da altre tecnologie emergenti”. L’appello rivolto a tutti gli Stati è quello di impegnarsi in un dialogo più cooperativo sulle implicazioni scientifiche, legali e militari di queste innovazioni, sottolineando la necessità di un maggiore controllo umano. In particolare, si richiede l’introduzione della cosiddetta “regola delle due persone”, che prevede il coinvolgimento di almeno due individui nelle decisioni sull’uso della forza nucleare, per ridurre il margine di errore umano.
Questa preoccupazione trova riscontro nell’aggiornamento del Doomsday Clock – l’Orologio dell’Apocalisse, simbolo ideato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists per rappresentare la vicinanza dell’umanità a una catastrofe globale. Nel gennaio 2025, le lancette sono state spostate a soli 89 secondi dalla mezzanotte, il livello più vicino mai registrato, segnando un nuovo record di rischio imminente.
Il contesto storico e l’attualità del pericolo nucleare
L’evento a Chicago coincide con l’anniversario del primo test di un’arma nucleare, avvenuto nel 1945 nel deserto del New Mexico. Oltre alle oltre 12.000 testate nucleari attualmente esistenti, gli esperti richiamano l’attenzione sulle tensioni geopolitiche e sull’impatto destabilizzante delle tecnologie emergenti e della disinformazione dilagante. Un articolo pubblicato su ‘Nature’ approfondisce come questi fattori contribuiscano a incrementare il rischio di un conflitto nucleare.






