Mosca, 30 dicembre 2025 – Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, ha ribadito oggi la sua posizione critica nei confronti del governo ucraino, sostenendo che non ci potrà essere alcuna soluzione duratura alla crisi ucraina finché Kiev continuerà con quelli che ha definito “atti criminali”. Le dichiarazioni sono arrivate in un momento di tensione elevata, dopo l’attacco alla residenza di Vladimir Putin
La posizione di Lavrov sulla crisi ucraina
In una nota ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Lavrov ha espresso la convinzione che la natura «razzista» del regime di Kiev, insieme al «cinismo dei suoi sponsor esterni», sia evidente alla comunità internazionale onesta. Ha ringraziato i partner stranieri che hanno condannato l’attacco contro la residenza di Putin, sottolineando che senza la cessazione di quella che ha definito «politica criminale» da parte di Kiev, non sarà possibile raggiungere negoziati efficaci per una soluzione affidabile e duratura.
Il ministro ha inoltre accusato l’Europa di difendere il regime di Kiev per preparare una nuova aggressione contro la Russia. In una nota citata da Ria Novosti, Lavrov ha affermato che le principali capitali europee – Bruxelles, Berlino, Parigi e Londra – puntano a sostenere un governo ucraino che vieta la lingua e i media in lingua russa, perseguita l’ortodossia canonica, demolisce monumenti della cultura russa e coltiva un’ideologia nazista, sottoponendo oppositori e dissidenti a repressioni brutali.
Il contesto internazionale e le tensioni in corso
Le affermazioni di Lavrov si inseriscono in un quadro di crescenti tensioni tra Russia, Ucraina e i Paesi occidentali. Le critiche mosse dal capo della diplomazia russa riflettono la forte contrapposizione sul terreno politico e militare, con la Russia che insiste sulla necessità di un cambio di politica da parte di Kiev per poter procedere verso una pace stabile.
Questa posizione si scontra con le richieste dell’Ucraina e dei suoi alleati, che continuano a denunciare le azioni russe come atti di aggressione illegittimi. Nel frattempo, l’Europa si prepara a ulteriori negoziati e iniziative diplomatiche per cercare di arginare la crisi, mentre Mosca minaccia ritorsioni per le sanzioni imposte, alimentando il clima di incertezza internazionale.






