Bruxelles, 1 settembre 2025 – Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha lanciato un severo monito riguardo al rischio rappresentato dal possibile controllo diretto di Donald Trump sulla politica monetaria degli Stati Uniti. In un’intervista a Radio Classique, Lagarde ha sottolineato come un’eventuale presa di potere di Trump in questo ambito sarebbe un pericolo serio sia per l’economia americana sia per quella globale, vista la rilevanza della Federal Reserve nel mantenimento della stabilità dei prezzi e nel garantire un’occupazione ottimale.
Lagarde evidenzia il rischio di un controllo politico sulla Fed
Lagarde ha spiegato che se la politica monetaria dipendesse dai capricci di un singolo individuo, gli effetti sarebbero estremamente preoccupanti a livello mondiale. Tuttavia, ha precisato che una reale interferenza di Trump nella Fed sarebbe difficile da realizzare, poiché la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che un governatore della Fed può essere rimosso soltanto per gravi motivi di cattiva condotta, un livello di intervento che richiede circostanze eccezionali. Questa tutela istituzionale è fondamentale per preservare l’indipendenza della banca centrale statunitense.
Impatti sull’Europa e sull’economia globale
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca, avvenuto nel 2025, ha riacceso timori in Europa, specialmente in Italia e Germania, le economie più esposte a un cambio di rotta nelle politiche commerciali e monetarie statunitensi. Con un deficit commerciale americano verso l’Europa che supera i 200 miliardi di dollari, e con dazi potenzialmente in aumento fino al 10% o persino al 60% su prodotti cinesi, la prospettiva di un protezionismo rafforzato potrebbe provocare una contrazione degli scambi e una pressione inflazionistica anche nel Vecchio Continente.
In questo contesto, la BCE, guidata da Lagarde, mantiene una posizione cauta sui tassi di interesse, focalizzandosi sul controllo dell’inflazione e sulla stabilità finanziaria, nel mezzo di un quadro internazionale caratterizzato da incertezze e da una “fenomenale volatilità”. Le dinamiche inflazionistiche sono influenzate da molteplici fattori, tra cui le tensioni commerciali, la domanda interna, e i prezzi dell’energia, che hanno registrato un calo significativo nel corso del 2025.
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