Mosca, 2 maggio – Il ministero della Difesa russo ha riportato un attacco massiccio da parte delle forze ucraine, con oltre cento droni lanciati sulla Crimea. Sono stati abbattuti 89 velivoli dai sistemi di difesa russi e otto droni intercettati in diverse regioni russe
Un attacco aereo senza precedenti ha scosso la notte di Mosca, con oltre cento droni lanciati dalle forze ucraine sulla Crimea, territorio annesso dalla Russia nel 2014. Il ministero della Difesa russo ha confermato, attraverso un comunicato sul proprio canale Telegram, che 89 di questi velivoli sono stati abbattuti dalle difese aeree russe nella penisola, mentre 23 sono stati neutralizzati nelle acque del Mar Nero.
Questa offensiva segna un significativo incremento delle operazioni ucraine nella regione, evidenziando l’intensificarsi del conflitto tra le due nazioni. Nonostante le difese russe abbiano dimostrato un certo grado di efficacia, il numero elevato di droni utilizzati suggerisce un’attenta pianificazione strategica da parte di Kiev, che cerca di colpire infrastrutture critiche e seminare disordini tra le forze di occupazione.
L’uso strategico dei droni
Oltre ai droni abbattuti in Crimea, il ministero ha riportato che altri otto droni sono stati intercettati in diverse regioni russe, tra cui Krasnodar, Oryol, Bryansk e Belgorod, e uno è stato neutralizzato sul Mar d’Azov. Questi attacchi rappresentano una nuova fase nel conflitto, dove l’uso dei droni sta diventando sempre più centrale nelle tattiche di guerra moderna, permettendo operazioni a lungo raggio con un rischio ridotto per il personale militare.
È interessante notare come le forze ucraine stiano sfruttando la tecnologia dei droni non solo per attacchi diretti, ma anche per disorientare e logorare le forze russe, aumentando la pressione su un esercito già impegnato su più fronti. Analisti militari osservano che la capacità di Kiev di lanciare attacchi così coordinati e massicci riflette un miglioramento delle proprie capacità logistiche e operative.
Le conseguenze per Mosca
La risposta di Mosca, già sotto pressione a causa delle sanzioni internazionali e delle difficoltà economiche, potrebbe includere un’intensificazione delle operazioni di difesa e attacchi mirati contro le infrastrutture ucraine. La situazione rimane in continua evoluzione, con ripercussioni significative non solo per i due paesi coinvolti, ma per l’intera regione e oltre.






