Mosca, 21 dicembre 2025 – L’ipotesi di un tavolo negoziale a tre tra Russia, Stati Uniti e Ucraina torna a riaffacciarsi nel dibattito internazionale, ma da Mosca arriva una netta frenata. Mentre sul piano diplomatico le posizioni restano distanti, sul terreno continuano gli attacchi: nella notte l’Ucraina è stata colpita da un massiccio lancio di droni, in gran parte intercettati dalle difese aeree.
La Russia chiude alla proposta di un vertice trilaterale
Un incontro diretto tra rappresentanti di Mosca, Washington e Kiev, finalizzato a discutere una possibile soluzione al conflitto, non è attualmente all’ordine del giorno. A chiarirlo è stato Yuri Ushakov, consigliere presidenziale russo, che parlando con i giornalisti ha spiegato come questa ipotesi non sia mai stata affrontata in modo concreto e non venga presa in considerazione in questa fase. La dichiarazione, riportata dall’agenzia Tass, smorza le aspettative nate nelle ore precedenti su un possibile passo diplomatico di alto livello.
Solo il giorno prima, infatti, era emersa l’ipotesi di un vertice trilaterale tra Stati Uniti, Russia e Ucraina, presentato come un tentativo di rilanciare gli sforzi di pace. La proposta sarebbe arrivata da Washington ed era stata pubblicamente menzionata anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, le parole di Ushakov indicano che, almeno dal punto di vista russo, non esistono al momento le condizioni per avviare un confronto di questo tipo.
I colloqui di Miami tra emissari della Russia e degli Usa
Parallelamente, proseguono contatti bilaterali tra emissari di Mosca e Washington. Secondo quanto riferito dalle agenzie russe, Kirill Dmitriev, inviato di Mosca ai colloqui sull’Ucraina in corso a Miami, ha definito costruttivi gli incontri avuti con l’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e con Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti. I colloqui, iniziati nei giorni scorsi, continueranno anche oggi, segnale di un dialogo che resta aperto almeno su canali informali o tecnici.
Massiccio attacco di droni nella notte sull’Ucraina
Sul fronte militare, la notte è stata segnata da un nuovo attacco russo con droni contro il territorio ucraino. Le forze di difesa aerea di Kiev hanno annunciato di aver neutralizzato 75 dei 97 velivoli senza pilota lanciati dalla Russia, in un’operazione iniziata nella serata di ieri. A riferirlo è Ukrinform, citando l’Aeronautica Militare delle Forze Armate ucraine attraverso un messaggio diffuso su Telegram.
Secondo le informazioni fornite, a partire dalle 18:00 di sabato 20 dicembre le forze russe hanno impiegato 97 droni d’attacco, tra cui modelli Shahed, Gerbera e altri tipi. Circa 60 di questi appartenevano alla categoria Shahed. I lanci sarebbero avvenuti da diverse direzioni: Millerovo, Kursk e Primorsko-Akhtarsk sul territorio della Federazione Russa, oltre a Hvardiiske e Chauda, in Crimea, definita temporaneamente occupata dalle autorità ucraine.
La risposta delle difese aeree ucraine all’attacco della Russia
L’attacco aereo è stato contrastato attraverso un’azione coordinata che ha coinvolto diversi assetti militari. Aerei da combattimento, truppe missilistiche antiaeree, unità di guerra elettronica, sistemi senza pilota e gruppi di fuoco mobili delle Forze di Difesa ucraine hanno preso parte alle operazioni. Secondo dati preliminari, aggiornati alle 8:30 di questa mattina, 75 droni sono stati abbattuti o bloccati sopra varie regioni del Paese, dal nord al sud, passando per l’ovest e l’est dell’Ucraina.
Danni a infrastrutture civili nella regione di Rivne
Nonostante l’efficacia delle difese, alcuni danni sono stati registrati. Nella regione di Rivne, un’infrastruttura civile è stata colpita a seguito di un attacco russo. A darne notizia è stato il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Koval, che ha comunicato l’accaduto su Telegram, sempre secondo quanto riportato da Ukrinform.
Nel bilancio dell’episodio, non si segnalano incendi, ma una persona è rimasta lievemente ferita. Si tratta di un operaio che ha ricevuto assistenza medica direttamente sul posto. Le autorità hanno precisato che nell’area interessata sono al lavoro i rappresentanti delle forze di sicurezza e di difesa, insieme ad altre strutture competenti, per gestire le conseguenze dell’attacco e verificare eventuali ulteriori criticità.
Dmitriev e le accuse al “Deep State”
Il clima di tensione è alimentato anche da dichiarazioni politiche dai toni duri. Kirill Dmitriev, inviato speciale del presidente russo Vladimir Putin, ha accusato quello che definisce il “Deep State” di voler spingere il mondo verso un conflitto globale. Secondo Dmitriev, citato dalla Tass, una presunta macchina bellicista starebbe cercando di provocare la terza guerra mondiale alimentando una crescente paranoia anti-russa all’interno dell’Unione Europea e del Regno Unito.
Le affermazioni di Dmitriev fanno riferimento a una recente dichiarazione del direttore dell’intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard. Quest’ultima ha smentito notizie circolate su alcuni media riguardo a presunti piani russi per assumere il controllo dell’intero territorio ucraino e di altre aree dell’ex Unione Sovietica. La presa di posizione di Gabbard è stata pubblicata sul social X e successivamente commentata dallo stesso Dmitriev.
Lo scontro narrativo sulla guerra e i suoi rischi globali
Nel suo intervento sui social, Dmitriev ha elogiato Gabbard per aver, a suo dire, smascherato non solo le origini di quella che definisce una “bufala” sulla Russia risalente alle amministrazioni Obama e Biden, ma anche un più ampio meccanismo di propaganda bellicista. Un’accusa che si inserisce nello scontro narrativo tra Mosca e l’Occidente, mentre sul terreno la guerra continua a produrre attacchi, vittime e danni alle infrastrutture civili, rendendo ancora più complesso qualsiasi percorso verso una de-escalation.






