Istanbul, 11 novembre 2025 – La procura di Istanbul ha chiuso l’indagine sulla municipalità della città sul Bosforo e ha presentato un atto d’accusa che chiede pene detentive per un totale massimo di 2.532 anni di carcere per Ekrem Imamoglu, sindaco della metropoli turca, rimosso dall’incarico dopo il suo arresto in marzo con accuse di corruzione. Imamoglu è considerato il principale avversario politico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, protagonista di una lunga carriera politica culminata nel suo attuale ruolo di capo dello Stato.
Le accuse e l’iter giudiziario di Imamoglu
Secondo la pubblica accusa, Imamoglu è imputato di 26 reati, tra cui corruzione, riciclaggio e frode ai danni di istituzioni pubbliche. L’inchiesta riguarda complessivamente 402 sospetti, di cui 105 sono attualmente in carcere, 170 sottoposti a controllo giudiziario e 7 ricercati con mandato d’arresto. Gli imputati sono accusati di 142 capi d’accusa, che includono estorsione, frode, tangenti e violazioni legislative. Il processo si svolgerà nell’aula del carcere di Silivri, dove Imamoglu è detenuto dal 19 marzo 2025.
La rimozione del sindaco ha generato un’ondata di proteste in diverse città turche, con scontri tra manifestanti e polizia e centinaia di arresti. La vicenda ha suscitato preoccupazione anche a livello internazionale: la Commissione europea, nel suo ultimo rapporto sulla Turchia, ha evidenziato un deterioramento degli standard democratici, dello stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura, denunciando violazioni dei diritti fondamentali.
Il contesto politico e l’impatto sulla scena turca
Ekrem Imamoglu, esponente di spicco del Partito Popolare Repubblicano (CHP), è stato sindaco di Istanbul dal 2019 fino al 2025, quando è stato arrestato con accuse di corruzione e di collaborazione con l’organizzazione terroristica del PKK, accuse contestate dall’opposizione come strumentali. Nel marzo 2024 era stato rieletto sindaco con il 51,03% dei voti, battendo il candidato del partito di governo AKP, guidato da Recep Tayyip Erdoğan. La sua detenzione ha avuto un impatto immediato sui mercati finanziari, con la sospensione delle contrattazioni alla Borsa di Istanbul e un calo della lira turca, aggravando una situazione economica già precaria.
Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia dal 2014 e fondatore del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), ha consolidato nel tempo una leadership caratterizzata da una progressiva centralizzazione del potere e da un approccio conservatore e populista. La detenzione di Imamoglu rappresenta un ulteriore capitolo nella crescente compressione delle libertà democratiche nel paese e segna un momento critico nel confronto politico in vista delle elezioni presidenziali del 2028, alle quali Imamoglu era candidato unico nelle primarie del suo partito nonostante la detenzione.
In questo scenario, le tensioni sociali restano alte, con manifestazioni di dissenso che si ripetono quotidianamente nelle principali città turche, mentre il governo continua a mantenere una stretta sui media e sulla società civile. Il futuro politico di Istanbul e della Turchia appare dunque segnato da una fase di forte instabilità e di confronti duri tra governo e opposizione.
Per approfondire: Erdogan: “L’arresto di Imamoglu segue la legge, nessuna violazione dei criteri UE”
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