Bruxelles, 1 dicembre 2025 – La NATO sta valutando un approccio più aggressivo nella sua strategia di difesa, specialmente in risposta agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia. Lo ha rivelato oggi l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare dell’Alleanza Atlantica, in un’intervista al Financial Times.

Verso una postura più proattiva della NATO
L’ammiraglio Cavo Dragone ha spiegato che attualmente l’alleanza si trova in una posizione prevalentemente reattiva, soprattutto sul fronte informatico, ma sta considerando la possibilità di adottare azioni più preventive. “Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando“, ha dichiarato, sottolineando però che un attacco preventivo, pur potendo essere interpretato come un’azione difensiva, rappresenta un passo lontano dalle consuete prassi operative della NATO.
Questa nuova linea di pensiero nasce anche dalle pressioni di alcuni diplomatici, in particolare dei Paesi dell’Europa orientale, che chiedono all’Alleanza di smettere di limitarsi a reagire e di adottare contromisure più incisive. Tuttavia, Dragone ha evidenziato le difficoltà legate ai vincoli etici, giuridici e giurisdizionali che limitano le azioni dei membri della NATO rispetto alle controparti russe.
La deterrenza funzionante e i limiti dell’azione preventiva
Secondo l’ammiraglio, la missione Baltic Sentry, attiva nel Mar Baltico, ha finora avuto successo nel dissuadere possibili aggressioni russe, come dimostrato dall’assenza di incidenti dall’inizio dell’operazione. Questa situazione conferma che la deterrenza tradizionale resta efficace, ma non esclude la necessità di riflettere su strategie più audaci.
L’attenzione è particolarmente alta in relazione agli attacchi informatici, dove molti Paesi NATO possiedono capacità offensive che potrebbero essere utilizzate in modo più deciso. Al contrario, interventi come sabotaggi o intrusioni con droni risultano più complessi da affrontare con misure preventive.
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nato ad Arquata Scrivia nel 1957, vanta una lunga e prestigiosa carriera in Marina Militare e nelle forze armate italiane. Dal gennaio 2025 guida il Comitato Militare della NATO, portando con sé una solida esperienza maturata anche come capo di stato maggiore della Difesa italiana fino a ottobre 2024. Le sue dichiarazioni riflettono un momento di riflessione delicato per l’Alleanza atlantica, che si trova a bilanciare i vincoli legali e morali con la necessità di garantire la sicurezza collettiva in un contesto geopolitico sempre più teso.
In parallelo, il recente sventato tentativo, attribuito dai servizi russi, di un falso attacco a una base NATO condotto da un Mig russo dirottato da piloti reclutati in Ucraina, sottolinea la crescente complessità e pericolosità dello scenario di sicurezza europeo.






