Alla fine di aprile, l’Unione Europea accoglieva circa 4,26 milioni di cittadini ucraini sfuggiti alla guerra in Ucraina, grazie allo status di protezione temporanea introdotto dopo l’invasione russa. Lo rende noto Eurostat con l’ultimo aggiornamento mensile dei dati
Distribuzione dei rifugiati in Europa
A guidare l’accoglienza rimane la Germania, che ospita quasi 1,2 milioni di rifugiati ucraini, pari al 27,9% del totale nell’Ue. Seguono la Polonia, con circa 987mila persone (23,2%), e la Repubblica Ceca, con 370mila (8,7%). Rispetto a marzo 2025, il numero complessivo è aumentato di appena lo 0,1%, con incrementi registrati in 21 Paesi membri.
Tra le variazioni più significative, la Svezia ha visto un aumento di oltre 9.300 persone (+34,6%), dovuto prevalentemente a rinnovi tardivi dei permessi di soggiorno. Incrementi più contenuti sono stati osservati in Repubblica Ceca (+1,5%) e Germania (+0,4%). Al contrario, si sono registrati cali in Lettonia (-37%), Polonia (-1%) e Francia (-1,2%).
In rapporto alla popolazione, i paesi con la più alta concentrazione di rifugiati sono la Repubblica Ceca (34 rifugiati ogni mille abitanti), la Polonia (26,9) e l’Estonia (24,7), rispetto a una media Ue di 9,5 per mille. In Italia, con 166.785 persone accolte, il rapporto è più basso, pari a circa 2,83 rifugiati ogni mille abitanti.
Composizione demografica e durata dello status
La stragrande maggioranza dei beneficiari della protezione temporanea ha cittadinanza ucraina (oltre il 98,4%). La distribuzione per genere e età evidenzia che le donne adulte rappresentano il 44,6% del totale, i minori il 31,6%, mentre gli uomini adulti costituiscono il 23,8%.
Lo status di protezione temporanea è attualmente valido fino al 4 marzo 2026, garantendo ai rifugiati accesso a servizi essenziali, istruzione, assistenza sanitaria e opportunità lavorative nei Paesi ospitanti.
Questi dati confermano la portata della crisi umanitaria derivante dal conflitto in Ucraina e il ruolo cruciale svolto dagli Stati membri dell’Ue nell’accoglienza e nell’integrazione dei rifugiati.