Roma, 10 novembre 2025 – L’UNESCO ha emesso il primo parere favorevole alla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La valutazione tecnica, resa nota questa mattina, sottolinea la completezza e la coerenza del dossier presentato dall’Italia, aprendo la strada a un possibile riconoscimento storico. Tuttavia, la decisione definitiva spetta al Comitato intergovernativo che si riunirà a New Delhi dall’8 al 13 dicembre.
Un primo sì dall’UNESCO alla cucina italiana
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha valutato positivamente il dossier curato dal professor Pier Luigi Petrillo, esperto giurista e docente presso la Luiss Guido Carli, già autore di numerose candidature UNESCO. Il dossier evidenzia la dimensione culturale e identitaria della cucina italiana, definendola come un patrimonio condiviso che si fonda su principi di libertà, inclusione e valorizzazione delle diversità regionali.

La cucina italiana, infatti, si caratterizza per la sua semplicità e l’uso di pochi ingredienti di alta qualità, con tradizioni gastronomiche che si sono sviluppate storicamente in ogni regione e che hanno saputo diffondersi e arricchirsi in un continuo scambio culturale. Tra gli alimenti fondamentali vi sono la pasta, il pane fresco, l’olio extravergine di oliva, il vino e una vasta gamma di formaggi, salumi e piatti tipici regionali.
Il ruolo dell’UNESCO nella tutela del patrimonio culturale
Fondata nel 1945, l’UNESCO ha il compito di promuovere la pace e la cooperazione internazionale attraverso la tutela del patrimonio culturale e naturale. La sua lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità comprende elementi che rappresentano valori universali e richiedono una salvaguardia attenta per garantire la trasmissione alle future generazioni.
Nel corso degli anni, l’UNESCO ha già riconosciuto diversi elementi legati all’Italia, come la Dieta Mediterranea, iscritta dal 2010, e l’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano, tutelata dal 2017. La candidatura della cucina italiana come sistema complessivo rappresenta un passo avanti significativo, che potrebbe portare per la prima volta al riconoscimento globale dell’intera tradizione culinaria nazionale.
Tra le altre valutazioni pubblicate oggi dall’UNESCO figurano anche candidature di rilievo internazionale, come lo Yodel svizzero, il Son cubano, gli Origami giapponesi e il vino passito cipriota, sottolineando la diversità e la ricchezza del patrimonio immateriale mondiale. La decisione finale del Comitato intergovernativo, tuttavia, potrà confermare o rivedere completamente il parere tecnico espresso.
