Il Parlamento croato ha dato il via libera alla reintroduzione della leva obbligatoria a partire dal gennaio 2025, segnando un netto cambio di rotta rispetto alla sospensione nel 2008. Questa decisione, annunciata dal ministro della Difesa Ivan Anušić, si inserisce nel quadro delle crescenti tensioni geopolitiche in Europa, accentuate dalla guerra in Ucraina e dal riacutizzarsi delle minacce alla sicurezza regionale.
La “mini-leva” in Croazia: modalità e novità
La nuova coscrizione prevede un periodo di addestramento militare di soli due mesi, rivolto a circa 18.000 giovani ogni anno al compimento del diciottesimo anno d’età. Le donne sono esentate, mentre gli obiettori di coscienza avranno l’opportunità di svolgere un servizio civile alternativo, della durata di tre o quattro mesi, spesso impiegato in attività di protezione civile e risposta a calamità naturali.
Il ministro Anušić ha sottolineato come la decisione risponda alla necessità di “rafforzare le capacità difensive del Paese in un contesto geopolitico sempre più incerto”, evidenziando l’importanza di una rapida reattività a minacce di varia natura. Questa misura si colloca all’interno di una strategia più ampia di rafforzamento militare nei Balcani, considerando anche la posizione geografica strategica di Zagabria, capitale della Croazia e centro vitale politico e militare del Paese.
La leva obbligatoria in Europa: ecco dove è presente
In Europa, la leva obbligatoria è ormai limitata a pochi Stati che hanno deciso di mantenere o reintrodurre la coscrizione in risposta a nuove sfide di sicurezza. Tra questi vi sono paesi come Finlandia, dove il servizio varia da 165 a 347 giorni, e la Svezia, che ha ripristinato la leva nel 2017 coinvolgendo entrambi i sessi, anche se in misura ridotta rispetto al totale dei giovani. Altri Stati che prevedono la coscrizione obbligatoria includono Estonia, Lituania, Lettonia, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Austria, Grecia, Ucraina e Cipro, con differenze significative nella durata e nelle modalità di esenzione.
In particolare, la Lettonia ha reintrodotto la leva nel 2023, con un servizio obbligatorio di 11 mesi per gli uomini dai 18 ai 27 anni, mentre l’Ucraina mantiene un servizio obbligatorio da 12 a 18 mesi per la stessa fascia d’età, in ragione della persistente situazione di conflitto.
E in Italia?
Nel frattempo, anche in Italia si riaccende il dibattito sulla possibile reintroduzione della leva obbligatoria, sospesa nel 2005. La proposta più significativa è stata presentata nel 2023 da Matteo Salvini e dalla Lega, che ha promosso un servizio militare e civile universale di sei mesi per i giovani tra i 18 e i 26 anni, con la possibilità di scegliere tra formazione militare e attività civili come la protezione ambientale e la tutela del patrimonio.
Tuttavia, la misura non ha trovato consenso unanime nel governo italiano. Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è mostrato scettico, ponendo l’accento sui costi elevati e sulla necessità di investire in forze armate professionali e sistemi di riservisti. Anche il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha espresso perplessità, evidenziando l’efficienza delle attuali forze armate specializzate e i possibili impatti negativi sull’economia.






