Washington, 1 ottobre 2025 – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non intervenire con urgenza sulla controversia che riguarda la governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, sospesa dalla carica dal presidente Donald Trump. La massima corte americana ha annunciato che esaminerà il caso a partire da gennaio 2026, lasciando quindi Cook al suo posto per il momento.
La battaglia legale tra Trump e Lisa Cook
L’episodio è senza precedenti nella storia della Fed: per la prima volta un presidente degli Stati Uniti ha tentato di licenziare un membro del Consiglio di governatori della Banca centrale. Trump ha accusato Lisa Cook di aver commesso una frode ipotecaria, sostenendo che la governatrice avrebbe falsificato documenti per ottenere condizioni più favorevoli su un mutuo, dichiarando come residenza principale due abitazioni differenti, una in Michigan e una in Georgia.
Nella lettera di licenziamento, pubblicata dal presidente sul social Truth, Trump ha fatto riferimento a una denuncia penale presentata al Dipartimento di Giustizia e ha sottolineato che «la Federal Reserve deve essere guidata da persone di integrità intatta» e che la condotta di Cook mette in dubbio la sua affidabilità come regolatore finanziario. Tuttavia, Cook ha risposto pubblicamente affermando che Trump «non ha l’autorità per licenziarla» e ha dichiarato di voler continuare a svolgere il proprio ruolo all’interno della Fed.
L’indagine penale e le reazioni politiche
Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’indagine penale sulla governatrice, emettendo mandati di comparizione nell’ambito delle verifiche sulla presunta falsificazione di informazioni su richieste di mutuo. Le indagini si concentrano sulle proprietà di Cook ad Ann Arbor, Michigan, e ad Atlanta, Georgia, con il supporto di un gran giurì.
La vicenda ha scatenato una dura reazione politica: i democratici del Senato hanno espresso solidarietà a Cook, mentre la senatrice Elizabeth Warren ha definito il tentativo di licenziamento di Trump come una «presa di potere autoritaria che viola la legislazione sulla Federal Reserve», auspicando un intervento giudiziario per annullare la decisione presidenziale. Nel frattempo, la Corte Suprema ha scelto di rimandare l’ultima parola sul caso, lasciando aperta la partita giudiziaria che potrebbe avere impatti significativi sulla governance della banca centrale statunitense.






