Bruxelles, 17 settembre 2025 – La Commissione europea ha deciso di sospendere il sostegno bilaterale al governo di Israele, confermando così la linea politica dell’Unione a favore della pace nel contesto dell’escalation del conflitto in Medio Oriente. Lo ha annunciato la commissaria per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, sottolineando che la decisione è stata presa in modo indipendente dall’esecutivo comunitario.
Sospensione dei fondi e impatto sulle relazioni UE-Israele
La misura riguarda un ammontare complessivo di 14 milioni di euro, stanziati per il periodo 2020-2024. Di questa cifra, 4,3 milioni di euro sono già stati contrattualizzati, mentre 9,4 milioni rimangono non contrattualizzati e pertanto bloccati in attesa di ulteriori sviluppi. Fino a nuovo avviso, la Commissione non procederà all’identificazione congiunta di nuove azioni né alla firma di ulteriori contratti di cooperazione con Israele.
L’intervento europeo si colloca nell’ambito delle crescenti tensioni nella regione, dove il governo di Israele guidato da Benjamin Netanyahu ha intensificato le operazioni militari nella Striscia di Gaza, provocando una grave crisi umanitaria denunciata dall’Unione europea e dalla comunità internazionale.
Non saranno sospesi i 20 milioni di euro destinati a iniziative contro l’antisemitismo
Suica ha confermato che non verranno sospesi i 20 milioni di euro destinati a iniziative contro l’antisemitismo e a sostegno della vita ebraica, compreso il contributo a Yad Vashem. Restano inoltre confermati i 10,2 milioni di euro previsti per i progetti della società civile. L’Ue continuerà anche a finanziare, con una media di 5 milioni di euro l’anno, le iniziative di pace portate avanti dalle organizzazioni civili israeliane e palestinesi.
La Commissione Ue rafforza il sostegno all’Autorità palestinese
Nei prossimi due anni, la Commissione Ue erogherà 1,6 miliardi di euro attraverso il programma pluriennale di sostegno globale, una misura che si inserisce in un contesto di forte fragilità economica per Ramallah. Suica ha spiegato che il contributo mira a garantire la continuità dei servizi essenziali: solo pochi giorni fa, grazie ai fondi europei, è stato possibile coprire almeno in parte gli stipendi degli insegnanti palestinesi in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico.
L’Unione europea come principale donatore
Secondo Suica, Bruxelles resta il partner internazionale più rilevante per il sostegno di un’Autorità palestinese rinnovata ed efficiente. La commissaria ha sottolineato che, in una fase particolarmente difficile, l’Europa sta incrementando il proprio impegno a favore della popolazione palestinese, consolidando un ruolo già determinante sul piano politico e finanziario.
Un nuovo gruppo di donatori entro il 2025
Un passaggio fondamentale del piano riguarda l’istituzione di un gruppo di donatori dedicato alla Palestina, che terrà il suo primo incontro entro la fine del 2025. L’iniziativa, annunciata anche dalla presidente Ursula von der Leyen, ha l’obiettivo di riunire governi arabi, organismi internazionali e regionali, oltre a istituzioni finanziarie globali, con l’intento di convogliare risorse verso il rafforzamento delle istituzioni palestinesi.
Trasparenza, riforme e futuro di Gaza
Il nuovo gruppo non avrà soltanto un ruolo economico, ma fungerà anche da piattaforma in cui l’Autorità palestinese potrà illustrare i progressi nelle riforme avviate, garantendo maggiore trasparenza nella gestione dei fondi. Inoltre, il coordinamento internazionale sarà esteso a Gaza, con l’impegno a lavorare sulla ripresa e sulla ricostruzione della Striscia, una volta che le condizioni politiche e di sicurezza lo renderanno possibile.
Sa’ar contro la Commissione Ue: “Raccomandazione moralmente distorta”
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha duramente criticato la raccomandazione della Commissione Ue. In un messaggio diffuso su X, ha definito la proposta “distorta sia dal punto di vista morale che politico”, auspicando che, come già accaduto in passato, non venga effettivamente adottata.
Il capo della diplomazia israeliana ha inoltre avvertito che eventuali misure punitive “riceveranno una risposta adeguata”, pur sottolineando la speranza che non si arrivi a uno scontro diretto con Bruxelles. Sa’ar ha infine ammonito che azioni contro Israele finirebbero per “danneggiare gli stessi interessi dell’Europa”, ribadendo che lo Stato ebraico continuerà a difendersi “con l’aiuto dei suoi amici in Europa”.






