(Stoccolma, 29 settembre 2025) – Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha espresso con fermezza la propria posizione riguardo agli avvistamenti di droni nella regione baltica, in particolare quelli intercettati in Polonia la scorsa settimana. Intervistato dalla televisione svedese Tv4, Kristersson ha confermato che i droni atterrati in territorio polacco sono di origine russa, nonostante le ripetute negazioni di Mosca.
Droni russi in Polonia: la conferma svedese
“Abbiamo la conferma che quelli che sono atterrati in Polonia erano droni russi, li abbiamo visti con i nostri occhi”, ha dichiarato il premier svedese, sottolineando che la Russia continua a negare ogni coinvolgimento. Tuttavia, per Kristersson, la probabilità che si tratti di un segnale politico nei confronti dei paesi che sostengono l’Ucraina è piuttosto alta. La cautela rimane alta tra i paesi coinvolti, ma la certezza sulla provenienza russa dei droni è stata ribadita con sicurezza. “In Polonia sappiamo che è stato così”, ha aggiunto.
Questa situazione si inserisce in un contesto di tensione crescente lungo i confini dell’Ucraina e dei paesi NATO, con ripetute incursioni di droni e attività militari che alimentano il clima di allerta. La questione ha acceso nuovamente il dibattito sulla sicurezza europea e la necessità di una risposta coordinata da parte dell’Alleanza Atlantica.
In Ungheria, Orbán risponde alle accuse di Kiev
In parallelo, il premier ungherese Viktor Orbán ha respinto con decisione le accuse ucraine secondo cui droni ungheresi avrebbero violato lo spazio aereo di Kiev. In un’intervista rilasciata a Bruxelles, Orbán ha definito tali accuse come “sciocchezze” e ha sottolineato che l’Ucraina dovrebbe concentrarsi sulle minacce provenienti da Est, ovvero dalla Russia.

Secondo Orbán, l’Ucraina “non è in guerra con l’Ungheria ma con la Russia” e pertanto non avrebbe senso preoccuparsi di eventuali velivoli ungheresi nei dintorni di Kiev. Ha inoltre affermato che il territorio ucraino interno è sicuro e che nessun attacco partirà dalla NATO. Orbán ha messo in discussione la sovranità ucraina, sostenendo che il paese è mantenuto in vita dall’Occidente attraverso forniture di armi, e che quindi non dovrebbe comportarsi come uno stato indipendente.






